
“Queste persone, alle quali va tutta la nostra vicinanza, non sono correntisti come tutti gli altri: hanno acquistato dei titoli, delle obbligazioni particolari, e noi cercheremo di trovare una soluzione, ma ovviamente non è la cosa più semplice del mondo pensando a come funziona oggi il mercato delle banche in Europa”, ad affermarlo – parlando dell’operazione di salvataggio di quattro banche italiane – è il presidente del Consiglio, Matteo Renzi.
Forti sono state in queste settimane le proteste di piccoli risparmiatori e correntisti e anche nel Partito democratico in tanti chiedono di rivedere il decreto. A fine novembre, c’era stato anche un suicidio legato alla questione del ‘salvabanche’: Luigino D’Angelo, il pensionato di 68 anni, ex operaio dell’Enel, che si è tolto la vita a Civitavecchia, impiccandosi per aver perso 100 mila euro, ed è stato aperto un fascicolo contro ignoti per istigazione al suicidio. Negativo anche il giudizio dell’Unione Europea sul ddl.
Renzi, da parte sua, promette l’impegno del governo: “Quindi noi ce ne facciamo carico, ma ricordiamoci sempre che l’alternativa era la chiusura”. Insomma, il premier promette modifiche ma difende il provvedimento: “Il punto centrale è che quelle quattro banche sarebbero state chiuse se non fosse intervenuto il governo. La questione delle banche è molto delicata, ormai ha delle regole europee”. Sono state applicate – rileva infine Renzi – “le nuove regole Ue. Vediamo, come io spero, di dare un minimo segnale almeno in fase di emendamenti”.
Nel frattempo, è stato presentato un emendamento del Pd che crea un Fondo definito appositamente “di solidarietà” a favore degli investitori ridotti dalla perdita delle obbligazione “in stato di indigenza”. Dure critiche invece continuano a piovere dalle opposizioni: “Il Pd ha salvato le banche, ora salviamo i risparmiatori”, twitta Beppe Grillo, mentre i toni di Matteo Salvini sono ancora più duri: “Ci sono 130mila risparmiatori rovinati dal governo e Renzi se ne fotte”.
GM