
“Il conflitto di interessi del Ministro Boschi è un problema politico enorme, dal quale un esponente di primissimo piano del governo del cambiamento non può sfuggire”, ad affermarlo – sul portale ‘Il Post’ – è lo scrittore Roberto Saviano, facendo riferimento al decreto ‘salvabanche’ licenziato dal Consiglio dei Ministri e al fatto che il padre del ministro Maria Elena Boschi è stato vicepresidente di Banca Etruria per 8 mesi. La Boschi ha difeso il genitore: “Il governo non fa favoritismi, mio padre è una persona perbene, sento disagio perché è finito sulle cronache non per quello che fa, ma perché è mio padre”.
Saviano attacca: “In epoca passata abbiamo assistito a crociate sui media per molto meno, contro esponenti di terza fila del sottobosco politico di centrodestra: oggi invece pare che di certe cose non si debba o addirittura non si possa parlare. È probabile che il Ministro Boschi non risponda come se il silenzio fosse la soluzione del problema. Ma questo è un comportamento autoritario di chi si sente sicuro nel proprio ruolo poiché (per ora) le alternative non lo impensieriscono. E se il Ministro resterà al suo posto, senza chiarire, la colpa sarà principalmente nostra e di chi, temendo di dare munizioni a Grillo o a Salvini, sta tacendo o avallando scelte politiche inaccettabili”.
Quindi fa un paragone: “Proviamo a immaginare per un attimo che la tragedia che ha colpito Luigino D’Angelo, il pensionato che si è suicidato dopo aver perso tutti i risparmi depositati alla Banca Etruria, fosse accaduta sotto il governo Berlusconi. Tutto questo avrebbe avuto un effetto deflagrante. Quelli che ora gridano allo scandalo, gli organi di stampa vicini a Berlusconi forse avrebbero taciuto, ma per tutti gli altri non ci sarebbe stato dubbio: si sarebbero invocate le dimissioni. Dunque, cosa è successo? Come siamo passati dai politici tutti marci ai politici tutti intoccabili? Cosa ci sta accadendo?”.
Il caso Idem
Lo scrittore fa anche un paragone con il caso di Josefa Idem, ministro del governo Letta: “All’alba della Terza Repubblica un ministro del governo Letta, la campionessa Josefa Idem, sfiorata da una vicenda senza alcuna rilevanza penale (aveva indicato come abitazione principale ai fini della tassazione un immobile che non lo era), decise di dimettersi”. Poi Saviano si domanda: “Perché era giusto sotto Berlusconi chiedere le dimissioni, urlare allo scandalo e all’indecenza ogni volta che qualcosa, a ragione, ci sembrava andare nel verso sbagliato e tracimare nell’autoritarismo?”.
“La felicità di Stato non esiste, è argomento che riguarda gli individui, non si impone, si raggiunge e noi ne siamo lontani. E la critica non è insoddisfazione malinconica, non è mal di vivere, non è spleen: e considerarla tale è quanto di peggio possa fare un capo di governo”, dice Saviano, che quindi conclude: “Che il ministro Boschi risponda e subito della contraddizione che ha visto il governo salvare la banca di suo padre con un’operazione veloce e ambigua. Lo chiederò fino a quando non avrò risposta”.
L’attacco di Scanzi
Duro anche il giornalista de ‘Il Fatto Quotidiano’, Andrea Scanzi, intervenuto a ‘Piazza Pulita’: “Il ministro Boschi è da un po’ di tempo che non si fa vedere ad Arezzo. Chissà perché. Dopo essere riuscita a far perdere il sindaco di centrosinistra, scegliendo una sorta di Playmobil che nessuno ha votato, adesso è coinvolta con la famiglia nella vicenda della Banca Etruria. Le colpe del governo Renzi? Innanzitutto c’è un problema di metodi e di toni. La prima reazione del premier in una intervista, si fa per dire, a Maria Teresa Meli sul Corriere della Sera è stata del tipo: ‘Sì, però in fondo i risparmiatori lo sapevano’. In realtà non sapevano niente”.
Per Scanzi, “bisogna avere molto rispetto nei confronti di persone che si sono fidate di banche di cui non si dovevano fidare. Finiamola col far passare questi poveri risparmiatori per speculatori. Certo, ora adesso sono diventati tutti esperti. Ma chi, quando fa un investimento, legge le 150 pagine in sanscrito bancario, che poi magari contengono delle regole che vengono cambiate in corsa?”. Pronta la replica del sottosegretario Enrico Zanetti, ospite in studio: “Siamo al limite della fissazione”.
GM