Crisi delle banche, le accuse al padre di Renzi

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Giorni pieni di amarezza per la famiglia Boschi. Così trapela dalle parole di Pier Luigi, padre della ministra Maria Elena ed ex vicepresidente della Banca Etruria questi giorni al centro delle polemiche.”Fino all’ultimo provammo a raddrizzare la barca . E facemmo senza dubbio del nostro meglio, stavamo anche pensando a un’aggregazione in extremis con una popolare dell’Emilia-Romagna, ma la barca era ormai irraddrizzabile, gli errori purtroppo erano già stati fatti prima di noi”, così l’uomo si è sfogato al telefono con  un altro ex altissimo dirigente di banca Etruria, come lui commissariato a gennaio scorso dopo il tremendo crac finanziario. Sono giorni difficili anche per un’altra famiglia, quella del premier Renzi. Giovanni Donzelli,  consigliere regionale toscano di Fratelli D’Italia, infatti ha sollevato un’accusa riferendosi al caso dell’ultimo presidente di Banca Etruria, Lorenzo Rosi, che dopo il commissariamento dell’istituto sarebbe diventato con la sua Nikila Invest socio della Party srl di Tiziano Renzi, il papà del presidente del Consiglio, che costruisce outlet in varie città. Inoltre l’amministratrice di questa società sarebbe proprio la mamma del premier, la signora Laura Bovoli. “Il problema però – accusa Donzelli – è il fatto gravissimo che i genitori del capo del governo abbiano volontariamente omesso di citare le loro reali cariche societarie nella dichiarazione che devono alla presidenza del Consiglio. Sul sito di Palazzo Chigi non ve n’è traccia. In un Paese normale, Matteo Renzi si sarebbe già dovuto dimettere” Un’accusa di conflitto di interessi molto pesante e che colpisce indirettamente il nostro Presidente del Consiglio. La Procura di Arezzo oggi sta indagando sul perché hanno nascosto la scomoda verità di essere soci del banchiere fallito Lorenzo Rosi, presidente di Banca Etruria prima del commissariamento. Nel dettaglio Tiziano Renzi ha omesso di avere il 40 per cento della società Party srl di Rignano sull’Arno e l’altra, Laura Bovoli invece di esserne amministratore delegato unico. Donzelli conclude indignato “il padre del premier fa tutt’oggi affari con uno dei personaggi più potenti di Banca Etruria, e la figlia di un altro dirigente è ministro. Il governo deve rispondere urgentemente e la magistratura indagare”.

 

Roberta Garofalo