
“Sono di Daesh, questo è un avvertimento”, erano queste le parole riportate da un insegnante francese di scuola materna che stamattina aveva denunciato di essere stato aggredito da un militante dell’Isis armato di taglierino. Parigi era improvvisamente tornata nell’incubo vissuto qualche settimana fa, la paura del terrorismo, la sensazione di poter essere colpiti in qualsiasi momento e ovunque. Invece no, la “vittima” di questo fatto si era inventata tutto. Lo ha ammesso lui stesso mentre riceveva le cure in ospedale. Le ferite al collo non erano state inferte da un islamista pronto ad ucciderlo in nome dello Stato Islamico, ma da lui stesso. Un atto di autolesionismo e di esibizionismo che ancora necessita di spiegazioni plausibili.
Con la sua denuncia aveva messo in moto il meccanismo di autodifesa previsto dalla Francia dopo gli attentati subiti. Polizia e Gendarmerie Nationale erano partiti a caccia dell’inesistente fuggitivo, l’antiterrorismo aveva subito aperto un’indagine per tentato omicidio legato ad associazione per delinquere con scopi terroristici e nella zona della scuola era stato allestito un imponente dispositivo di ricerca. Senza contare che si era subito mobilitato anche il ministro dell’Istruzione, Najat Vallaud-Belkacem, giunta rapidamente nell’istituto di Aubervilliers protetta da un muro di bodyguard. Tutto inutile dato che il fatto era completamente inventato. I genitori degli alunni della scuola in cui insegna il mitomane sono infuriati per l’accaduto e raccontano della paura provata da loro e dai loro figli. Si attendono provvedimenti del preside che nelle prime ore aveva descritto la vittima come insegnante capace ed apprezzato.
F.B.