
“Il popolo si è espresso e la Francia ha sollevato la testa”, era stato il commento di Marine Le Pen, leader del Front National, dopo il risultato elettorale conseguito nel primo turno delle regionali in Francia appena una settimana fa. Ma lo spauracchio dell’avanzata dell’ultradestra lepenista ha portato i francesi a tornare ieri alle urne e a votare per quello che è stato nuovamente ribattezzato come il “fronte repubblicano”. Così, su dodici regioni, sette sono andate alla coalizione moderata di Sarkozy e cinque se le sono aggiudicate i socialisti di Hollande, i quali dopo la batosta hanno avuto un sussulto di dignità. In Corsica, infine, si sono imposti i nazionalisti con 35% dei voti.
Il risultato più significativo è che ancora una volta i francesi hanno votato con un’affluenza maggiore ai ballottaggi, a dimostrazione che si è trattato di una scelta in chiave anti-lepenista. Una settimana fa, a votare è stato appena il 43% degli aventi diritto, ieri l’affluenza è stata invece intorno al 60%. Numeri alla mano, Marine Le Pen ha commentato il risultato elettorale in maniera molto dura: “Questo è il prezzo da pagare per l’emancipazione di un popolo. Grazie a tutti militanti che con il loro impegno, la loro energia hanno permesso il risultato del primo turno, sradicando il partito socialista a livello locale”.
La Le Pen ha comunque espresso gratitudine a quei sei milioni di francesi che hanno votato Front National, i quali “hanno saputo rifiutare le intimidazioni e le manipolazioni. La svolta elettorale del primo turno è servita a smascherare le menzogna in cui versa il sistema politico francese”. Si tratta, nonostante la sconfitta, di un risultato storico, di gran lunga superiore a quello conseguito da Le Pen padre alle presidenziali 2002.
Gli altri leader politici
Sono state invece di soddisfazione le prime parole del primo ministro socialista, Manuel Valls: “In un momento grave, non abbiamo ceduto niente”. Il premier ha poi reso omaggio all’appello “chiarissimo, netto, coraggioso, quello della sinistra, che ha sbarrato la strada all’estrema destra che stasera non conquista nessuna regione”. In ogni caso, Valls ha voluto ribadire: “Nessun sollievo, nessun trionfalismo, nessun messaggio di vittoria”. Adesso, insomma, l’obiettivo sarà quello di convincere i francesi a votare “per” un progetto politico e non limitarsi a votare “contro”.
Soddisfatto anche Xavier Bertrand, il candidato di centrodestra che nel Nord-Pas-De-Calais ha vinto la sfida proprio contro Marine Le Pen, scesa direttamente in campo con una candidatura personale. Il repubblicano ha ringraziato chi lo ha votato, anche “gli elettori di sinistra che hanno fatto sbarramento” contro l’estrema destra. “Non è una mia vittoria, non è una vittoria politica, è la vittoria della gente”, ha detto. Positivo il giudizio di Sarkozy, che ha poi precisato: “L’unità nel partito, l’unione con il centro e il rifiuto di ogni compromesso con l’estrema destra ha permesso questo risultato. Per questo, questi principi devono restare nostri anche in futuro”.
Il futuro
In realtà, il Front National tra primo e secondo turno ha guadagnato 800mila voti. Per questo Marine non ci mette molto ad accantonare l’amarezza: “Nelle prossime settimane”, dice la leader del Front National rivolgendosi ai suoi sostenitori, “in tutto il Paese verranno organizzati dei comitati ‘blu marine’ per riunire tutti i francesi, di qualsiasi origine, che intendano partecipare con noi all’opera di riconsolidamento della nostra amata Patria. Una volta tutti insieme, nessuno potrà fermarci”. La sconfitta elettorale potrebbe tuttaviaa tornare a vantaggio del Front National. Non avere responsabilità di governo permetterà al partito della Le Pen un’opposizione senza sosta in vista delle elezioni presidenziali che si terranno nel 2017, esattamente tra un anno e quattro mesi: il vero obiettivo della Le Pen.
GM