
Da cinque anni, Flavio Briatore è padre di un bambino, Nathan Falco, che – spiega l’imprenditore in un’intervista al quotidiano ‘Il Giornale’ – in pratica tratta già da adulto: “Oggi i bambini hanno un’altra marcia. Noi eravamo dei bambini. Loro no. Per cui dobbiamo parlargli da adulti”. Il proprietario del ‘Billionaire’ mette l’educazione davanti a tutto: “Lavoro importante quello. Non credo a chi dice ah, vedi, le brutte compagnie… Non ci sono cattive compagnie se riesci a seguire i tuoi figli. Bisogna spendere tanto tempo con loro e non parlargli come facevano i nostri genitori con noi: loro ci trattavano come bambini”.
Briatore non perde l’occasione per criticare il sistema scolastico italiano, ricordando che il figlio vive nel principato di Monaco: “A scuola, la mattina parla francese, al pomeriggio inglese, a casa italiano. Non so a che livello siano oggi le scuole italiane, però dubito che i ragazzi possano uscirne bene. Anche perché la lingua s’impara parlandola con i compagni”. L’imprenditore sottolinea quindi che non vuole imporre scelte al figlio: “Non lo sforzerò se non vorrà fare l’università. Non vorrei trovarmelo a 30 anni ancora con i libri sotto braccio. Vorrebbe dire che ha perso 8-10 anni di opportunità lavorative”.
“Tempo fa, in un mio intervento alla Bocconi, tutti parlavano di laureati, avvocati, commercialisti. Non sono d’accordo. Ad aiutarti nella vita è soprattutto la rete di conoscenze che sai costruirti sul campo: il connecting people” – rileva ancora Briatore – “Gli dirò che si deve andare nei Paesi dove conta la meritocrazia e non c’è la burocrazia che abbiamo in Italia. Perché è là che trovi le opportunità. Tanto, qui o altrove, la fatica sarebbe uguale. Solo che all’estero l’opportunità arriva per davvero”.
Briatore conclude: “L’importante, di fronte a un problema, è risolverlo e riuscire poi a rialzarsi. E che coloro che nella vita fanno, andranno sempre incontro a problemi. Chi invece non combina nulla non avrà mai guai. Gli spiegherò ciò che ho fatto e anche ciò che avrei potuto fare meglio o non fare… E che, comunque, se dovessi scegliere, preferirei sempre essere figlio di Flavio Briatore… Sì, gli direi proprio così: Figlio mio, credo che tu sia fortunato ad essere mio figlio”.
GM