
“Quel pacchetto di sigarette non è suo”. Lo dice il legale bresciano Marino Colosio, avvocato della famiglia di Giuseppe Ghirardini a proposito della confezione di sigarette trovata vicino al cadavere dell’operaio della Bozzoli di Marcheno. Beppe, scomparve sei giorni dopo il suo datore di lavoro, l’imprenditore Mario Bozzoli, e fu poi trovato morto. I Ris di Parma hanno effettuato nuovi accertamenti irrepetibili per capire soprattutto la natura della sostanza oleosa trovata sui polpastrelli e sulle labbra dell’operaio. Analizzati poi alcuni reperti trovati sul luogo dove Ghirardini è morto e tra questi anche un pacchetto di sigarette “che non è suo” secondo l’avvocato Colosio. Sempre oggi il legale ha incontrato le sorelle di Ghirardini. “Giuseppe non si è suicidato, non ne aveva motivo”, ha detto Giacomina Ghirardini. “L’esca al cianuro trovata nel suo stomaco? Non ne abbiamo mai viste in casa. Siamo cadute dalle nuvole”.
Nella puntata di mercoledì scorso di ‘Chi l’ha visto’, intanto, si è avanzata l’ipotesi che all’origine del diverbio tra i due fratelli ci fosse anche uno scambio di fatturazione. Sembra infatti che Adelio Bozzoli stesse aprendo un’azienda concorrente, a pochi chilometri di distanza, facendo fatturare dei lavori alla società di famiglia, guidata invece dal fratello Mario. Questa ipotesi sarebbe confermata anche dalla moglie dell’imprenditore scomparso, Irene Zubani, che arriva a sostenere anche come il marito avesse il sospetto che i nipoti rubassero materiale dall’azienda.
Tutte ipotesi in una vicenda controversa e dai tanti lati oscuri, iniziata ormai un mese fa, in cui le sole certezze sembrano essere quelle della scomparsa nel nulla dell’imprenditore Mario Bozzoli e della morte in circostanze misteriose dell’operaio Giuseppe Ghirardini.
MD