
Nonostante da mesi abbia lasciato la presidenza dell’Uruguay, José Mujica, l’ottantenne “presidente contadino”, continua a far parlare di sé e i suoi discorsi nelle rare uscite pubbliche divengono in breve tempo virali. In uno di questi, pronunciato a settembre all’inaugurazione del Congresso sulla Saggezza e sulla Conoscenza organizzato dalla stazione radio spagnola Cadena Ser a Cordova, Mujica ha sottolineato: “Appartengo a una generazione che ha voluto cambiare il mondo, ma che ha commesso il terribile errore di non volere cambiare prima se stessi”.
“In prigione ho pensato che le cose hanno un inizio e una fine” – ha sottolineato ancora l’ex “presidente contadino” nel corso del suo intenso intervento – “Ció che ha un inizio e una fine è semplicemente la vita. Il resto è solo di passaggio. La vita è questo, un minuto e se ne va. Abbiamo a disposizione l’eternità per non essere e solo un minuto per essere. Per questo, ciò che più mi offende oggi è la poca importanza che diamo al fatto di essere vivi”.
Riflette Mujica: “Seneca affermava che non è povero chi ha poco, ma chi desidera molto”. Per questa ragione, “io lotto contro l’idea che la felicità stia nella capacità di comprare cose nuove. Non siamo venuti al mondo solo per lavorare e per comprare; siamo nati per vivere. La vita è un miracolo; la vita è un regalo. E ne abbiamo solo una”.
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GM