
Migliaia di spagnoli residenti all’estero rischiano di non poter votare alle consultazioni elettorali del 20 dicembre. Fino al 2011 gli spagnoli emigrati ricevevano a casa la scheda per votare ma dopo una riforma delle legge elettorale è diventato obbligatorio richiederne l’invio al domicilio ‘straniero’. Per farla breve, la burocrazia, le poste e la scarsa informazione potrebbero impedire a moltissime persone di esercitare il loro diritto di voto. La scheda elettorale non si può richiedere per e-mail e per molti è impossibile raggiungere il Consolato per richiederla di persona. Il censimento elettorale, poi, si chiude 5 mesi prima del voto senza che venga mandata una comunicazione ufficiale agli aventi diritto. Quattro anni fa, riuscì a votare una minima percentuale dei 2 milioni di emigrati aventi diritto, in pratica il 5% di tutto l’elettorato spagnolo. Il popolo della rete si è mosso per carcare di evitare questa ‘emorragia’ elettorale, promuovendo la campagna “Salva il mio voto”. In pratica, chi ha intenzione di astenersi può ‘regalare’ il proprio voto: un sito online metterà il ‘donatore’ in contatto con un connazionale emigrato che non può votare, dandogli la possibilità di esprimere la preferenza al suo posto. «Tu puoi votare ma non vuoi. Io voglio votare ma non posso», è lo slogan dell’iniziativa che sta avendo un grandissimo riscontro. In realtà si tratta di un successo senza vincitori perché, come hanno fatto notare esperti di diritto costituzionale, il diritto voto non si cede né scambia.
L. B.