Letta all’attacco di Renzi: “Evitiamo la moralità a intermittenza”

Enrico Letta (JACQUES DEMARTHON/AFP/Getty Images)
Enrico Letta (JACQUES DEMARTHON/AFP/Getty Images)

Polemica a distanza tra l’attuale presidente del Consiglio Matteo Renzi e il suo predecessore Enrico Letta, quest’ultimo ospite della trasmissione di La7 ‘DiMartedì’. A innescarla il conflitto di interessi del ministro Maria Elena Boschi, il cui padre è stato vicepresidente di Banca Etruria, uno dei quattro istituti bancari salvati dal governo Renzi. Letta ha chiarito che voterebbe contro la mozione di sfiducia da parte del Movimento 5 Stelle contro il ministro Boschi.

Questa la posizione dell’ex premier: “Su questo non ho nessun dubbio, ma non ho nessun dubbio anche sul fatto che Renzi ha cambiato idea tante volte e ha usato due pesi e due misure. Ho difeso altri ministri in situazioni di accuse che mi sembravano non giustificate e così pure ritengo che adesso va difesa la Boschi e che la mozione va respinta”. Letta è stato poi molto duro, sottolineando: “Credo però che il nostro paese abbia veramente bisogno di linearità e di applicare le regole giuste evitando una moralità a intermittenza”.

Tra i riferimenti di Letta quello delle dimissioni di Maurizio Lupi da ministro delle Infrastrutture, ma Renzi – ospite di Rtl 102.5 – ha ribattuto: “Lupi si è dimesso lui, perché ha ritenuto di non poter continuare. E’ un’accusa che non sta né in cielo né in terra”. Quindi sulla mozione di sfiducia contro la Boschi: “Noi volevamo votare subito, credo che andremo alla settimana prossima. Loro vogliono solo attaccare il governo, è l’ennesimo tentativo di trasformare il dibattito parlamentare in uno show”.

Il premier rispolvera poi una vecchia intercettazione in cui l’attuale sindaco di Torino, Piero Fassino, chiede a Giovanni Consorte, presidente di Unipol: “E allora siamo padroni di una banca?”. Questa l’accusa di Renzi: “La commissione d’inchiesta chiarirà le responsabilità degli ultimi 10 anni. Noi non c’eravamo mentre ci sono partiti che si sono fatte le banche, ci sono state realtà pazzesche. Noi abbiamo deciso meno poltrone, meno cda, non guardiamo in faccia nessuna”.

GM