
Accusato di sedizione e lesa maestà, potrebbe essere condannato a 37 anni di carcere per aver preso in giro…un cane. E’ quanto rischia Thanakorn Siripaiboon, un 27enne cittadino thailandese che sul suo profilo Facebook aveva fatto dell’ironia su Tongdaeng, il cane di Bhumibol Adulyadej, re del Paese dal 1946 con il nome di Rama IX. In Thailandia qualsiasi riferimento considerato offensivo verso i reali viene punito severamente; la legge vale sia per i sovrani in vita che per quelli defunti: l’anno scorso uno scolaro fu accusato di aver mancato di rispetto a un re morto 400 anni fa. Oltre a Thanakorn Siripaiboon – il cui avvocato si è detto ‘allibito’ per l’estensione della legge a un animale da compagnia – nel mirino della autorità sarebbero finite altre persone, ‘colpevoli’ di aver condiviso il post incriminato o di aver cliccato su ‘mi piace. Il meticcio, tratto in salvo anni fa dal sovrano ha ispirato un film d’animazione “Khun Tongdaeng: The Inspiration”, uscito recentemente nelle sale del paese asiatico, ed è protagonista di un libro scritto dallo stesso Bhumibol Adulyadej. Recentemente, sotto inchiesta è finito anche l’ambasciatore americano, Glyn T. Davies che aveva criticato le “lunghe pene detentive e senza precedenti”, pronunciate dai tribunali per accuse di lesa maestà. Anche un portavoce dell’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani ha parlato dell’aumento delle condanne per insulti al re e di pene detentive che possono durare decenni. Intanto, sembra che la tipografia dell’edizione thailandese del New York Times si sia rifiutata di pubblicare la storia: al posto dell’articolo uno spazio bianco. Attenti al cane…in tutti i sensi.
L. B.