
La Procura di Catania ha chiuso l’inchiesta sulla morte di Nicole Di Pietro, deceduta la notte tra l’11 e 12 febbraio 2015, poco dopo la nascita nella clinica Gibiino a Catania. Lo annuncia una pagina Facebook nata dopo il decesso della piccola e la notizia è stata poi confermata dalla Procura: “Finalmente le indagini sono concluse, la verità scritta nero su bianco. Omicidio colposo e falso ideologico. Ringraziamo la Procura di Catania per il lavoro scrupoloso svolto”. Sono sei le persone a cui è stato notificato l’avviso di chiusura indagini: la ginecologa Maria Ausilia Palermo, il neonatologo Antonio Di Pasquale e l’anestesista Giovanni Gibiino, indagati per omicidio colposo; l’ostetrica Valentina Spanò per false attestazioni; il direttore sanitario Danilo Audibert e l’infermiere professionale Fabrizio Paglia per favoreggiamento personale.
Scrive la procura di Catania: “Da un lato, nella fase precedente al parto, la ginecologa non avrebbe proseguito il doveroso e accurato monitoraggio del feto durante il travaglio che avrebbe consentito di prevenire la sofferenza fetale poi verificatasi ricorrendo ad un parto cesareo d’urgenza; dall’altro lato, dopo la nascita di Nicole Di Pietro, il neonatologo e l’anestesista avrebbero eseguito manovre rianimatorie inadeguate, aggravando così la sofferenza respiratoria della neonata fino al suo decesso avvenuto per arresto irreversibile delle funzioni vitali consecutivo a grave sofferenza acuta fetale”.
I tre medici accusati di omicidio colposo per “aver cagionato, con condotte gravemente colpose, attive ed omissive, il decesso della neonata” devono rispondere anche di falso ideologico, in quanto hanno rilasciato “false attestazioni nella cartella neonatale da parte del Di Pasquale e del Gibiino in ordine agli interventi rianimatori praticati e alle condizioni di salute della bambina immediatamente dopo la nascita, con l’annotazione di valori incompatibili con le reali condizioni di salute della neonata” e “false attestazioni della ginecologa Palermo e dell’ostetrica Valentina Spanò nella scheda di travaglio della partoriente, che riporta un valore del battito cardiaco del feto”.
Infine, la ginecologa Palermo è accusata anche di lesioni personali colpose nei confronti di Tania Laura Egitto, madre di Nicole, per “la mancata rimozione di una garza durante le fasi di applicazione dei punti di sutura post partum, con conseguente insorgenza di un’infezione protrattasi per 13 giorni fino alla definitiva rimozione del corpo estraneo, avvenuta al pronto soccorso dell’ospedale Cannizzaro di Catania”.
GM