Permettevano ai rom di rubare: poliziotti in manette

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(Oli Scarff/Getty Images)

Cosimo Tropeano e Donato Melella, due agenti in servizio al dipartimento Crimini diffusi della Squadra mobile di Milano, sono stati arrestati dalla Polfer per aver permesso a un gruppo di borseggiatrici rom – fermate anche loro – di proseguire nella loro attività in cambio di soldi. In questo modo, i due agenti riuscivano ad ‘incassare’ dalle ladre tra i 5.000 e i 20.000 euro a settimana, tutti frutto di furti avvenuti alla Stazione centrale di Milano, molti dei quali ripresi dalle telecamere di sorveglianza dello scalo ferroviario. Con la scusa di aiutare i passeggeri con le valigie – quasi sempre stranieri – le ladre li derubavano: da record un furto di gioielli del valore di 120.00 euro. I nomadi, guidati da Sutka Seidic e Ante e Omar Cizmik, agivano lungo i binari, a bordo dei treni, e negli spazi commerciali della stazione: ogni nomade riusciva a rubare dai 500 ai 1000 euro ogni giorno. I due agenti, accusati di concussione e falso in atti d’ufficio, sono agli arresti domiciliari. In carcere sono finiti 23 nomadi, con l’accusa di associazione per delinquere. “I due poliziotti coinvolti sono agenti esperti, gente che lavora nell’unità antiborseggio e che conta centinaia di arresti all’attivo – ha dichiarato Alessandro Giuliano, il capo della Squadra Mobile di Milano – Facevano parte di una sezione che ha dato grandi risultati nel contrasto allo spaccio e alla criminalità predatoria. Se provate, le accuse nei loro confronti sarebbero considerate ben più gravi degli altri reati commessi in questa indagine (quelli contestati ai nomadi) e il loro sarebbe un tradimento nei confronti delle migliaia di altre persone che svolgono onestamente questo lavoro”.

L. B.