Ministro Boschi, ecco l’esito del voto di sfiducia

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Maria Elena Boschi (Franco Origlia/Getty Images)

La Camera dei Deputati ha discusso e votato in merito alla mozione di sfiducia individuale presentata nei confronti del ministro delle Riforme Maria Elena Boschi dal Movimento cinque stelle per la questione Banca Etruria. L’Aula ha bocciato la proposta di sfiducia con 129 voti a favore e 373 contrari. Nessuna sorpresa dunque e nessun “colpo gobbo” da parte dell’opposizione che aveva provato ad usare la vicenda del conflitto di interessa della Boschi (il padre è il vice presidente dell’Etruria) per dare una decisa spallata al governo.

Durante la discussione molto accesa avvenuta a Montecitorio la Boschi si era difesa così: “Se mio padre fosse stato davvero favorito sarei la prima a dimettermi. Ma sono state raccontate un sacco di falsità: è in corso un attacco politico contro il governo e la mia famiglia. Sono orgogliosa di far parte di un governo che esprime un concetto molto semplice: chi sbaglia deve pagare, chiunque sia, senza differenze e favoritismi. Non c’è spazio per doppie misure e favoritismi. Io sono dalla parte delle istituzioni e non ho mai favorito familiari o amici, non c’e’ nessun conflitto di interessi”. Un intervento poi concluso con una sfida a chi voleva la sua testa: “Fare il ministro a 34 anni può attirare invidie e maldicenze, non mi fanno paura perché sento l’amicizia e l’affetto di colleghi e amici. Sfido chi presenta la mozione di sfiducia. Non vi consento di mettere in discussione la mia onestà, non ve lo consento io e non ve lo consente la realtà dei fatti che è molto più forte del pressapochismo e della demagogia. Io come ministro sono sempre stata dalla parte delle istituzioni e non ho mai favorito amici o miei interessi”.

Erano stati del resto durissimi gli interventi delle opposizioni. Il Movimento 5 stelle con Davide Crippa aveva attaccato: “Anche il solo sospetto che, attraverso la sua funzione di governo, il ministro Boschi abbia potuto interagire ovvero influenzare l’intera compagine governativa al fine di perseguire interessi personali e familiari, non ne consente la permanenza nel prosieguo dell’incarico”. Dose rincarata dallo show in aula di Di Battista: “Il Ministro Boschi ha un conflitto grande non come una casa, come una banca; una banca tutelata, una banca sulla quale è intervenuto questo Governo. E lei – anche se non soltanto lei – è chiaramente un punto di intermediazione tra il Governo Renzi e una banca che è riconducibile alla sua famiglia: vicepresidente suo padre, fratello dirigente e impiegato e lei piccolissima azionista. Non ci interessa il quantitativo, ci interessa la problematica politica, perché, Ministro Boschi, un Ministro della Repubblica deve essere al di sopra di ogni sospetto, e lei non è al di sopra di ogni sospetto”.

L’intervento di Di Battista in Aula

Non meno tenere le parole di Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia: “Non è arrivato nessun chiarimento. Suo padre è stato commissariato non dal governo ma da Bankitalia. Il problema è che non solo il ministro Boschi ma l’intero governo Renzi nel complesso viva di conflitti di interessi e di logiche opache, cui va la nostra sfiducia. Governo Renzi ha dimostrato di essere un vergognoso comitato di affari a difesa degli amici, delle banche e delle lobby. Stavolta qualcosa è andato storto, siete stati presi con le mani nella marmellata. Il decreto salvabanche è stato congegnato dall’inizio in maniera lucida per far pagare ai risparmiatori e salvare i truffatori, costruendo un meccanismo per cui, invece di pagare, il sistema bancario finirà – guarda un po’ – addirittura per guadagnarci. Ma la cosa più grave è sentire ripetere più volte dal ministro “chi sbaglia paga”, perché la cosa più drammatica è scudare civilmente e penalmente i responsabili, quelli che hanno buttato nel cestino i risparmi di una vita. Non venite a dirci che i risparmiatori saranno tutelate dagli arbitrati, perché se gli arbitri li scegliete sempre voi..

F.B.