
Per volontà diretta del Cremlino, l’apertura della scatola nera del jet russo abbattuto dalla Turchia lo scorso 24 novembre si è svolta in diretta tv, alla presenza di esperti di Cina e Gran Bretagna, i quali hanno deciso di prendere parte all’indagine sui dati di navigazione del Su-24M. Ha spiegato il vice comandante delle forze aeree russe Sergey Dronov: “Per assicurare la massima trasparenza, abbiamo contattato esperti di 14 diversi paesi invitandoli a prendere parte ai lavori come osservatori”.
“Molti hanno rifiutato per diverse ragioni, tranne Liu Chang Wei dalla Cina e Jonathan Gillespie dalla Gran Bretagna” – ha aggiunto Dronov – “Ci siamo inoltre rivolti alla IAC – la commissione interstatale per l’aviazione – perchè ha una considerevole esperienza nelle indagini degli incidenti aerei e possiede tecnologie moderne che soddisfano tutti gli standard internazionali”. Uno dei due specialisti ha subito spiegato che la scatola nera è parzialmente danneggiata, in quanto tre degli otto microchip presentano rotture marcate con fessure. Dronov ha infine sottolineato che all’indagine parteciperanno due cittadini americani: “Il presidente e il vice presidente della società internazionale per le indagini dei disastri aerei, Del Gandio e Ron Schleed, prendono parte all’inchiesta”.
Intanto continua a essere tesa l’atmosfera tra Russia e Turchia, come spiegato anche ieri da Vladimir Putin, per il quale non c’è alcuna “possibilità di appianare le relazioni con la Turchia o trovare un terreno comune con l’attuale leadership turca”. Il presidente russo aveva messo in guardia: “Se prima l’aviazione turca violava lo spazio aereo della Siria, che voli ora”. Quindi aveva aggiunto: “Se si fosse trattato di un incidente, come i turchi dicono, uno si sarebbe aspettato delle scuse: invece sono andati dalla Nato”. Secondo il presidente russo, “abbattendo il cacciabombardiere Su-24, forse la Turchia ha desiderato compiacere gli Usa” o “forse le autorità turche hanno deciso di mostrare a Usa e Ue che sono un partner affidabile”.
GM