Funerali di Licio Gelli in Chiesa, il prete s’indigna

Licio Gelli (Youtube)
Licio Gelli (Youtube)

In un intervento sull’HuffPost, il prete-blogger Mauro Leonardi interviene sulla morte di Licio Gelli e sui suoi funerali in chiesa: “A chi mi chiede perché Welby sia rimasto sul sagrato con la porta della chiesa chiusa e gli altri invece hanno avuto funerale e onori, io dico di avere misericordia per questa Chiesa fatta di uomini. Però sono indignato. Proprio indignato. Lucky Luciano, Carlo Gambino, Enrico de Pedis, Piergiorgio Welby, Luciano Casamonica, Licio Gelli. Sono nomi di persone che sono andati a finire sui giornali, con la loro morte e con la loro storia. Ma uno si differenzia da tutti per una cosa non piccola: non ha avuto i funerali in chiesa”.

Secondo il sacerdote, “Piergiorgio Welby è l’unico che non avesse i suoi peccati nelle pagine della cronaca nera ma, come tutti noi, solo sulla propria coscienza”. Quindi aggiunge: “È vero, Welby fece della sua morte un manifesto del diritto a morire perché riteneva che fosse in suo potere decidere quando dovesse avvenire il proprio ‘fine vita’: gli altri, però, fecero della loro vita un manifesto al potere di decidere sul fine vita altrui”. Don Mauro ricorda poi il suicidio del pensionato travolto dal crac di Banca Etruria e rileva: “Tutti ormai sappiamo che il potere della finanza che imbroglia, del potere per il potere, è anche peggio di quello delle pistole e dei crimini conclamati”.

“Piergiorgio Welby non era a capo di nulla e la sua fedina penale è sconosciuta” – spiega il prete – “Gli altri sono tra i fondatori o tra i protagonisti del crimine organizzato recente e passato, italiano e internazionale. La loro vita – per chi ci crede – ora è davanti a Dio, in Dio, ma i funerali sono stati diversi. Bisogna che la chiesa trovi il modo di valutare in modo equo anche le vite di chi toglie la vita, se vuole essere credibile quando valuta la vita di chi si toglie la vita”. Infine, Don Mauro cita ‘A Livella di Totò, “per cui sotto terra siamo tutti uguali. Per questo sarebbe bello che questa uguaglianza fosse anche quella parrocchiale” e conclude: “Nessuno andrà in cielo in carrozza ma tutti a capo chino”.

GM