
Zdenek Zeman quando parla non lo fa mai in maniera banale. Il tecnico boemo è ora alla guida del Lugano nella Serie A svizzera, dove se la passa tutto sommato bene, con una squadra giovane, neopromossa, tutt’ora fuori dalla zona retrocessione (peraltro composta da una sola squadra che retrocede in B). In questi giorni è tornato in Italia per le feste natalizie, in quanto il campionato svizzero è fermo per la pausa invernale. Il Corriere dello Sport l’ha invitato in redazione per un forum dove si è parlato di tante cose.
Uno degli argomenti centrali era quello della Roma, ex club di Zeman, che non se la passa bene. E l’ex tecnico del Cagliari e del Pescara, tra le altre, non è andato giù tenero nei commenti sul suo ex club: ”Se si può avanzare il sospetto che manchi una certa cultura del lavoro? Non sono in grado di rispondere, non ne sono a conoscenza. So però che i calciatori si sentono appagati, quasi rifiutano il miglioramento al quale si arriva attraverso l’allenamento. E’ una forma di appiattimento mentale. Quanto a Roma e a Lazio, hanno organici di spessore. Vedere le ultime partite della Roma è stato triste. C’è qualcosa che non va e mi sembra sin troppo ovvio. Ho avuto modo di commentare la sfida con il Barcellona alla tv svizzera e non è stato semplice. Posso capire se si perde, anche male, giocando; ma senza averci provato. E comunque, ci fossi stato io, si sarebbe detto: le solite squadre di Zeman. Io ho l’abitudine a costruire e stavamo cercando di farlo anche in quel caso. A Roma i calciatori fanno quello che vogliono, ne avevo sempre dodici sul lettino e due bloccati sul Raccordo Anulare e non mi andava bene. C’è un senso della professionalità che va tutelato, sempre, ed io a questo miravo”.
M.O.