
“I motivi del suicidio sono nel mio cassetto”, questo l’ultimo biglietto lasciato da un commercialista, Pietro Grassini, 67 anni, prima di impiccarsi nel suo studio. Grande è stato lo sconcerto quando nella sua scrivania sono state trovate decine di cartelle esattoriali di Equitalia, il cui ammontare potrebbe arrivare a 500mila euro. Il pm Marcello Monteleone ha aperto un’inchiesta con l’accusa d’istigazione al suicidio per capire le ragioni del gesto disperato.
Si indaga soprattutto per capire quale sia il reale ammontare del debito, ma anche come abbia fatto Grassini a fare crescere il passivo fino al punto di rendere impossibile il pagamento del debito. La moglie del commercialista ha spiegato ai carabinieri di non essere a conoscenza dei debiti del marito, mentre anche la sua segretaria si dice sconvolta perché “il mio capo non aveva dato nessun segnale di essere cosi disperato”.
Nuove accuse, dunque, sulla gestione dei debiti di Equitalia, dopo che nei mesi scorsi Mauro Merlino, 45enne disoccupato di Sassuolo, padre di due figli, aveva pubblicato su Youtube un video, successivamente rimosso, per sostenere che “Equitalia andrebbe denunciata per istigazione al suicidio” ed era stato per questo denunciato con l’accusa di diffamazione da parte dell’ex n.1 dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera.
Negli ultimi mesi, uno dei casi più eclatanti di richiesta di riscossione dei debiti è quello di un uomo originario di Amalfi, ma che da 43 anni risiede in Belgio, a cui sono state notificate diverse cartelle esattoriali di Equitalia, in particolare bolli auto non pagati, molti dei quali lievitati nell’importo per effetto di sanzioni e interessi. In realtà, si trattava di un caso di omonimia, ma l’emigrante per diverso tempo ha comunque pagato alcuni debiti.
Nelle scorse ore, infine, nel napoletano è giunta a un bimbo di appena sette anni – tramite l’agenzia di riscossione delle tasse – la richiesta di 257,94 euro da parte dell’Asl Napoli 2 Nord che figura come ente creditore.
GM