Uccise un rom nel suo camper: è arrivata la condanna

Roberto Costelli (foto dal web)
Roberto Costelli (foto dal web)

C’è una condanna per la morte di Roberto Pantic, un 43enne nomade di origine croata ma nato in Italia, che a fine febbraio venne sparato in una delle due roulotte nella quale viveva con la famiglia: Roberto Costelli, un disoccupato del luogo, che in passato è stato anche nei parà, è stato condannato ieri dal Tribunale di Bergamo a 18 anni e 4 mesi. L’accusa ne aveva chiesti 30, ma è stata esclusa l’aggravante dei motivi razziali, invece accolti i futili motivi.

Costelli aveva sparato sette colpi dall’esterno del camper, uno dei quali aveva colpito Pantic alla nuca. Moglie e figli avevano sentito il rom che si lamentava nella cuccetta del camper. Immediato il  pensiero a un malore, forse un ictus, per cui era stato allertato immediatamente il 118. Erano stati i soccorritori, durante l’inutile corsa verso il più vicino nosocomio, ad accorgersi che l’uomo era stato colpito da un proiettile calibro 9.

“Sono stato io a sparare, ma non volevo ammazzarli. Sporcavano in giro, volevo solo spaventarli e farli andare via” – aveva confessato Costelli dopo l’arresto – “Sono un ecologista convinto, non un razzista. Quelli sporcavano un luogo che io cercavo di tenere pulito. Volevo solo spaventarli, devo aver sbagliato mira. Non credevo di aver ucciso nessuno, l’ho scoperto leggendo i giornali”. L’uomo era stato oggetto di una perquisizione domiciliare, nel corso della quale sono state rinvenute 17 piante di marijuana, 13 chili di sostanza stupefacente e una pistola regolarmente denunciata. L’ex parà non aveva consegnato invece una seconda pistola, anch’essa regolarmente detenuta, spiegando che gli era stata rubata. Nessun furto però risultava, quindi l’uomo ha ammesso di aver nascosto l’arma nel caminetto di casa sua.

GM