Caso Yara, Bossetti chiede i domiciliari

Bossetti Yara
(Web)

I difensori di Massimo Bossetti, accusato dell’omicidio di Yara Gambirasio, hanno chiesto gli arresti domiciliari per il loro assistito in sostituzione della custodia cautelare in carcere. Secondo loro i motivi per consentire questo tipo di misura sono molteplici: la disponibilità di Bossetti ad accettare il cosiddetto “braccialetto” elettronico, la mancanza di pericolosità, il fatto che l’imputato fosse incensurato al momento dell’arresto, l’assenza del pericolo di reiterazione, l’ineccepibile condotta del detenuto durante la sua permanenza in carcere e in ultimo il fatto che Bossetti ormai è un volto conosciuto da tutti e perciò sarebbe molto difficile per lui tentare una fuga. Nessun riferimento ovviamente alla necessità di pagare per l’omicidio di una povera ragazzina innocente.

Il pm Letizia Ruggeri ha dato parere assolutamente negativo sostenendo che le esigenze cautelari non si siano assolutamente attenuate e che di fatto non sia cambiato nulla rispetto al momento in cui si è ritenuto giusto incarcerare Bossetti. Durissimo anche il commento dell’avvocato Enrico Pelillo, colui che rappresenta la mamma di Yara Gambirasio: “Mi sembra che, sfruttando il clima natalizio, si sia avanzata una richiesta che vi fa capire le dichiarazioni dell’imputato in questa udienza  e nella precedente, mentre è rimasto in silenzio quando in aula passavano le  immagini raccapriccianti della 13enne. Se è vero, come dice la difesa, che un uxoricida non può più uccidere perché ha ucciso la moglie, di ragazzine di 13 anni ce ne sono ancora tante. La difesa dice che i due vivevano in mondi diversi e non si erano mai incontrati, è perché l’imputato è vivo e la vittima è altrove”.

La Corte avrà ora cinque giorni per decidere in merito alla richiesta di arresti domiciliari.

F.B.

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