
E’ notte fonda alla Camera dei deputati e si discute della legge di stabilità quando va in scena un siparietto tra la presidente dell’Aula di Montecitorio, Laura Boldrini, e il deputato della Lega Nord, Roberto Simonetti, il quale interviene introducendo le sue parole con un “Grazie, signor presidente”. Immediatamente la Boldrini lo stoppa: “Signora!”. Ma lui insiste: “Signor presidente”. Lei imperterrita: “No, no, signora, perché io non sono un uomo”.
Simonetti a quel punto sottolinea: “Va bene, ma fa lo stesso”. Controreplica la Boldrini: “Se io sono il signor Presidente, lei è deputata”. Gli animi si scaldano quando Simonetti fa notare: “Non siamo qui a discutere di queste cose”. Quindi alza la voce: “Mi lasci parlare, perché io dico quello che voglio e come voglio riguardo alla presidenza”. La presidente della Camera non molla: “Lei non si rivolge a me come vuole, lei rispetti la presidenza”.
Il deputato leghista non sembra voler cedere di un passo: “Si parla di ufficio di presidenza, ma lei resta il presidente”. La Boldrini chiosa: “Senta, io sono la presidente, rispetti la grammatica”. Simonetti sbotta: “E’ l’una e mezza di notte e facciamo questi discorsi?”.
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GM