
Potrebbe esserci una svolta nel caso dell’omicidio di Bruno Caccia, procuratore della Repubblica ucciso da un commando di sicari la domenica del 26 giugno 1983. Il magistrato, che aveva lasciato a riposo la scorta, era a spasso con il suo cane in via Sommacampagna: alle 23.30, una macchina con due uomini a bordo gli si affiancò sparando 14 colpi di pistola e, finendolo con 3 colpi di grazia. Dopo 32 anni, questa notte uno dei presunti assassini del giudice è stato arrestato dalla squadra mobile di Torino. Si tratta Rocco Schirripa, torinese di origini calabresi con numerosi precedenti penali, impiegato come panettiere. L’uomo sarebbe imparentato con la famiglia di Domenico Belfiore, considerato il mandante dell’omicidio. La morte di Caccia fu inizialmente ricondotta alla Brigate Rosse e poi ai Nar. In seguito, grazie a un pentito, si capì che l’assassinio era maturato nell’ambiente della ‘ndrangheta a causa delle indagini del procuratore sul riciclaggio del denaro delle organizzazioni criminali.
L. B