
Secondo il Corriere della Sera, il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, avrebbe contattato il presidente americano Obama per cercare di dare una svolta positiva al caso di Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, i marò accusati dell’uccisione di due pescatori dello Stato del Kerala avvenuta il 15 febbraio 2012. La mossa di Renzi avviene in un momento cruciale per il caso dei due militari italiani. Da poco tempo, infatti, è stato costituito un collegio arbitrale che avrà il compito di stabilire dove si terrà il processo a Girone e Latorre, che è in Italia per problemi di salute e lancia appelli per aiutare il commilitone. Gli obiettivi sono fondamentalmente due: ottenere che i marò attendano la decisione in patria e ‘agire’ per vie diplomatice sul governo di Delhi in modo che il giudice indiano che fa parte del collegio arbitrale, Chandrasekhara Rao – gli altri sono Francesco Francioni, docente di diritto internazionale a Siena, il coreano Jin-Hyun Paik, il russo Vladimir Golitsyn e il giamaicano Patrick Lipton Robinson della Corte internazionale di Giustizia dell’Aja– sia ‘sereno’ nei confronti delle misure provvisorie da applicare al caso richieste da Roma. Come si spiega l’eventuale coinvolgimento di Obama? L’italia ha bloccato l’ingresso dell’India nell’Mtcr, il gruppo tecnologico che si occupa di missili, del quale fanno parte 43 Paesi: per permettere l’accesso di un nuovo membro serve unanimità di voto. Washington avrebbe promesso all’India di aiutarla a far parte dell’Mtcr e di altri gruppi che si occupano di nucleare e missili. Se la diplomazia statunitense aiutasse l’Italia nella vicenda marò – il modo non è chiaro – l’India potrebbe avere il decisivo voto italiano alla prossima riunione in cui si discuterà nuovamente l’ingresso del paese asiatico nell’Mtcr.