Iaquinta a giudizio in un processo di ’ndrangheta

 (Photo by Claudio Villa/Getty Images)
(Photo by Claudio Villa/Getty Images)

Svolta importante nel processo alla ‘ndrangheta in Emilia, per quella che è la più grande  indagine mai condotta sulla penetrazione mafiosa in questa regione: 147 imputati sono stati rinviati a giudizio dal Gup di Bologna Francesca Zavaglia, che ha così accolto l’impianto accusatorio della Direzione distrettuale antimafia. Secondo i pm l’organizzazione criminosa si era stabilita in maniera molto solida soprattutto nelle province di Modena, Reggio e Parma, creando un’entità autonoma rispetto alle cosche calabresi di provenienza e facendo affari illeciti anche con la ricostruzione del dopo-terremoto, oltre a condizionare le elezioni amministrative in vari comuni. Fra i nomi più noti di quanti andranno alla sbarra a Reggio Emilia il prossimo 23 marzo vi sono quelli dell’ex nazionale di calcio Vincenzo Iaquinta, campione del mondo nel 2006, e di suo padre, Giuseppe. L’attaccante, che ha giocato anche nella Juventus, risponde della violazione delle norme penali in materia di armi, aggravata dall’aver agito al fine di agevolare l’associazione mafiosa, mentre al genitore è contestata la partecipazione all’associazione. Per altri imputati che hanno scelto il rito abbreviato le udienze avranno inizio l’11 gennaio.

L’inchiesta Aemilia aveva portato alla luce un sistema malavitoso ramificato e dalle dimensioni imponenti, con 239 persone indagate e 200 capi d’imputazione per reati che comprendono estorsione, usura, furto, incendio, intestazione fittizia di beni. La portata dell’indagine ha reso necessario l’allestimento del processo in un padiglione della fiera di Bologna, dove oggi si è pronunciato il Gup. Fra i rinviati a giudizio ci sono anche il presunto boss Michele Bolognino e gli imprenditori Bianchini di Modena, mentre hanno optato per il rito abbreviato personaggi che sono ritenuti a capo dell’organizzazione ‘ndranghetista, come Nicolino Grande Aracri.

MD