
Cristiana Vanuri è una ragazza disabile che non ha potuto iscriversi a scuola al primo anno all’istituto superiore “Bassi” perché c’è stato un “errore” al momento dell’iscrizione: il caso è emerso dopo mesi per un esposto da parte dei genitori della giovane al commissariato di Chiaiano, nel napoletano. Denuncia la madre di Cristiana , sventolando il rifiuto dell’iscrizione, in quanto “non disponeva dei requisiti anagrafici necessari”: “Paga chi non ha sbagliato”. La causa del rifiuto dell’iscrizione sarebbe da ricercare in una circolare del ministero dell’Istruzione che dal 2014 dispone che gli alunni disabili, già maggiorenni ma non in possesso del diploma di licenza media, seguano i corsi per adulti.
Poco importa che la ragazza abbia frequentato con regolarità la scuola media e ottenuto il certificato per proseguire negli studi o che da tempo abbia un insegnante di sostegno a tempo pieno, “ottenuto per sentenza sin dal 2005, il mio è stato uno dei primi ricorsi vinti in Italia”, come rileva mamma Marinella. La donna ricorda tra l’altro: “Addirittura un giorno mi hanno telefonato e chiesto di correre a scuola per accompagnare Cristiana in bagno. L’ho trovata già vestita, con il giubbotto addosso e lo zaino in spalla, pronta per essere messa in uscita. Ho dovuto rimetterle il pannolone per evitarle quell’agitazione”.
“È una vera regressione culturale cancellare dalla scuola un’allieva, per giunta disabile, e avvertire la famiglia con un telegramma” – denuncia Toni Nocchetti, presidente dell’associazione Tutti a scuola, chiedendo un’ispezione ministeriale – “Di quale reato è colpevole l’alunna per meritarsi di smettere gli studi a metà dicembre? Com’è possibile che il preside non abbia pensato a un’altra modalità di comunicazione e, ancor prima, com’è possibile che la ragazza sia stata ammessa senza che nessuno si accorgesse di questa presunta anomalia?”.
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GM