Il padre di Chiara: “Mia figlia avrà giustizia”

Chiara Insidiosa Monda (foto dal web)
Chiara Insidiosa Monda prima dell’aggressione (foto dal web)

Torna a parlare Maurizio Insidioso, padre di Chiara, la giovane massacrata di botte dal fidanzato nel febbraio 2014 e uscita poi dal coma dopo quasi undici mesi. Il genitore, che ha pubblicato su Facebook una commovente lettera alla figlia, in un’intervista rilasciata a ‘Repubblica’, torna a ricostruire quelle vicende e assicura: “Mia figlia avrà giustizia”. Maurizio Falcioni, l’ex fidanzato di Chiara, a inizio novembre è stato condannato in Appello a 16 anni, ovvero quattro in meno rispetto a quelli comminati in primo grado.

“Era dolce e fin troppo semplice” – dice papà Maurizio parlando della figlia, ridotta in stato vegetativo dalla brutalità del suo ex – “Si fidava del mondo. Viveva con me e la mia compagna, studiava all’istituto alberghiero, era piena di amici, tifosa della Lazio, e innamorata di Molly, il suo cane. Allo stadio, in curva, la conoscevano tutti. Per farla felice la portavo in trasferta con la squadra. Poco altro, ma per noi tantissimo”.

Il genitore parla poi dell’incontro tra Chiara e Maurizio, avvenuto circa tre anni fa: “Nel quartiere, ad Acilia, me l’avevano detto: attento Maurì, quel balordo di Falcioni gira attorno a tua figlia. Lui aveva 35 anni, lei 18, ma era come una bambina. Non capiva i pericoli. E Falcioni ha fatto come il lupo con l’agnello. Si è preso Chiara viva e mi ha lasciato Chiara quasi morta”. Maurizio Insidioso spiega che “lui la braccava e lei, ingenua, pensava di essere innamorata. Mi diceva che usciva con le amiche e invece lo incontrava. Poi una sera Chiara non è tornata a casa”.

“Mi è caduto il mondo addosso. Da quel giorno per tre mesi non l’ho più fatta uscire da sola, ho chiesto aiuto a psicologi e psichiatri. Credendo che fosse più sicura l’ho mandata a vivere dalla madre, a Cerveteri, le ho cambiato il telefono. Ma Falcioni è riuscito a raggiungerla, e Chiara è scappata di casa…”, spiega ancora Insidioso, che poi racconta come Chiara sia stata ritrovata “in fin di vita nello scantinato dove si era rifugiata con lui. Stavo al lavoro, faccio il postino, mi chiamò
un amico dicendomi che c’erano le ambulanze sotto casa di Falcioni, il mostro. L’aveva presa a calci in testa con gli scarponi da cantiere, calci su calci, con una furia disumana”.

GM