La tragica vita di Shahena nella casa degli orrori

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Shahena Uddin, a sinistra, e la casa degli orrori (dal web)

Orrore a Watford in Inghilterra, dove, dopo un anno di indagini, sei persone sono state arrestate per aver ucciso Shahena Uddin, 19enne originaria del Bangladesh, e averla sottoposta per anni a terribili punizioni fisiche e mentali. A ottobre del 2014, il corpo della ragazza era stato trovato senza vita nel bagno della sua abitazione ma la famiglia aveva raccontato ai medici intervenuti sul posto che Shahena aveva perso i sensi, sbattendo la testa nella caduta. L’autopsia ha messo in luce un’altra verità che ha poi fatto partire delle indagini sulla vita della giovane; la ragazza era morta soffocata dal suo vomito e nelle ore precedenti il decesso era stata picchiata con una mazza in plastica, un manico di scopa e un bastone incandescente. Sul corpo c’erano numerosi lividi e contusioni, in particolare su braccia e dita: aveva provato inutilmente a difendersi dai suoi aguzzini. Gli aguzzini, però, non erano sconosciuti ma la sua stessa famiglia. Dopo un anno, sono state arrestate e condannate 6 persone, tutti parenti stretti della ragazza: Suhail Uddin, 35 anni, fratello maggiore della vittima (10 anni di carcere per lui) e la moglie, Salma Begum, 32 anni, condannata a 18 anni . Dietro le sbarre sono finiti altri 4 fratelli della vittima: Jewel Uddin, Jhuhal Uddin Tohel Uddin, Rehena Uddin, condannati a pene dai 5 ai 9 anni. Si è scoperto, troppo tardi, che Shahena viveva in condizioni terribili, costretta, tra le altre cose a leccare la tavoletta del water, mangiare le proprie feci e il proprio vomito, e non poter accedere al bagno nel momento del bisogno. A questo si aggiungevano altre violenze fisiche e verbali. Purtroppo, la verità è emersa solo dopo la sua morte.