
”Chiuso per dignità”. E’ questo lo slogan che recita il sito ufficiale della società sportiva dilettantistica di calcio femminile a 5, la “Sporting Locri”, impegnata nel campionato nazionale di serie A di categoria. Tutto questo a causa della decisione del presidente Ferdinando Armeni, costretto a ritirare la sua squadra dal campionato dopo aver ricevuto messaggi espliciti a lasciare perdere, rivolti anche alla sua famiglia e ad altri dirigenti. Lo scorso 23 dicembre, dopo l’ennesimo bigliettino con l’invito a chiudere l’attività, la società calabrese ha preso la decisione definitiva. Due gomme forate e un pezzo di carta lasciato sul vetro dell’automobile più vicino al seggiolino della loro figlia di 3 anni e mezzo sono stati la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Lo Sporting Locri era arrivato fino alla Serie A Elite femminile di calcio a 5, la massima categoria nazionale, dopo una lunga e sofferta risalita dalle categorie minori. Questo il comunicato del Presidente Armeni: ”Siamo rammaricati di dover chiudere dopo sei anni di attività, bella ed entusiasmante, che ci hanno consentito quest’anno di diventare la squadra rivelazione del campionato nazionale di serie A. Non riusciamo a capire quali interessi ci possano essere da parte di chi vuole ostacolare un’attività sportiva, unica realtà del genere in Calabria. Siamo basiti dal momento che il nostro è solo un hobby, una passione per lo sport calcistico. Non è accettabile che si possa correre il rischio di poter essere colpiti anche nei nostri affetti più cari. Certo, può darsi che si tratti di una bravata, ma davvero non ce la sentiamo di andare avanti come se nulla fosse accaduto”.