
Stanno facendo molto discutere le parole di Kahina, moglie (e ora vedova) di Samy Amimour, il 28enne kamikaze che insieme ad altri due jihadisti si è fatto esplodere al teatro Bataclan di Parigi uccidendo 89 persone tra cui la nostra connazionale Valeria Solesin. La giovanissima donna, 18 anni e madre di un bambino nato dopo gli attentati, si trova ora a Mosul, città irachena da mesi sotto il controllo dell’Isis. Da lì ha parlato e nonostante suo marito l’abbia lasciata sola con un bambino appena venuto al mondo, lei si è definita fiera di lui e di quello che ha fatto.
La polizia ha intercettato alcune email che la donna ha scritto in questi mesi. Il contenuto è piuttosto inquietante. In una di queste inviata a una conoscente in Francia tre giorni dopo le stragi si legge: “Sei scioccata dagli attentati? Uno dei kamikaze del Bataclan era mio marito, Samy Amimour. Si è fatto esplodere… E tu vuoi sempre continuare a pavoneggiarti sulla Panam?”. Un altro messaggio inviato il 18 novembre mentre la Francia e il mondo intero piangeva i morti degli attentati dice: “Sono talmente fiera di mio marito e di vantare i suoi meriti, ah…sono così felice..Ero al corrente fin dall’inizio e avevo incoraggiato mio marito a partire per terrorizzare il popolo francese che ha tanto sangue sulle mani (…) niente sarà più come prima (…) invidio talmente mio marito… Avrei tanto voluto essere assieme a lui per saltare in aria anch’io”.
In un’altra mail poi si comprende bene quale sia la mentalità di queste persone: “La vita non è pace, pace, pace, amore baci. Tu ci uccidi, io ti uccido. Tu ci combatti, io ti combatto (…) finché continuerete a offendere l’islam e i musulmani sarete potenziali bersagli, e non soltanto i poliziotti e gli ebrei ma tutti”.
F.B.
Leggi anche:
Si chiama Laura ed è “il miracolo del Bataclan”
Bataclan: ecco chi è il terzo attentatore