Il Papa davanti ai bambini: “Ecco i buoni propositi per il 2016”

Papa Francesco
(ALBERTO PIZZOLI/AFP/Getty Images)

Papa Francesco ha incontrato in Aula Paolo VI i circa 6 mila partecipanti al Congresso dei “Pueri Cantores”, un gruppo internazionale di bambine e bambini che nei giorni scorsi ha tenuto nelle chiese di Roma alcuni concerti dedicati al Giubileo. Davanti a loro il Pontefice ha parlato dei suoi buoni propositi per l’anno nuovo. Il primo è più importante è quello di pregare di più. “Mi sono accorto – ha spiegato Papa Francesco – che vescovi e preti, e io sono un vescovo, devono reggere il popolo di Dio prima di tutto con la preghiera. È il primo servizio. Non si può essere vescovo nella Chiesa senza la preghiera al primo posto. In questi giorni ho pensato che un buon proposito per il prossimo anno sarebbe questo, pregare un po’ di più. Domando a voi: pensate che questo sarebbe un buon proposito anche per voi?”.

Durante l’incontro ci sono stati due momenti molto simpatici. Il primo divertente siparietto è avvenuto quando una bimba del coro ha rivolto una domanda al Papa chiedendogli se a lui capita mai di arrabbiarsi. Bergoglio ha risposto: “”Sì, ma non mordo”. E poi ha spiegato: “Delle volte mi arrabbio quando qualcuno fa una cosa che non va bene. Mi aiuta pensare alle volte che io ho fatto arrabbiare gli altri. E allora mi dico ‘non hai diritto di arrabbiarti'”. “Ma l’abitudine di arrabbiarsi, di gridare, di sgridare agli altri, questo è un veleno”. Il secondo momento molto bello è stato quando Papa Francesco ha raccontato dei suoi sogni da bambino: “Se vi dico la verità vi farò ridere, ma vi dico la verità. Un giorno a casa a tavola mi è stato domandato ‘cosa ti piacerebbe diventare da grande?’ Sapete che cosa ho detto? Macellaio! Perché il macellaio che era nel mercato e prendeva il coltello, faceva i pezzi, era un’arte, mi piaceva guardarlo. Poi ho cambiato idea”.

L’incontro si è poi concluso invece con una riflessione molto seria da parte del Pontefice, un pensiero che deve farci riflettere tutti: “Sembra che piaccia di più guardare le cose brutte che le cose belle, che le cose grandi. Il diavolo fa delle sue – questo è vero! – ma anche Dio fa delle sue: tanta gente santa! Non solo nelle missioni, ma nel mondo, nel lavoro, nelle famiglie (…) e questo non si vede in televisione. Perché? Perché questo non ha rating, non ha pubblicità (…) E’ vero o no questo? Se tu vuoi avere rating – sia giornalistico, sia televisivo o quello che tu vuoi – fa soltanto vedere le cose brutte… Con le cose buone la gente si annoia. O non sanno presentare e fare bene le cose, fare vedere bene le cose buone”.

F.B.