
“Uccisa per la sua gentilezza” oppure “Le associazioni caritatevoli hanno le mani sporche di sangue”, così alcuni tabloid inglesi commentano la morte di Olive Cook, un’anziana signora inglese che si è suicidata un po’ di tempo fa dopo aver dedicato tutta la sua vita al volontariato. Dall’inchiesta sul suicidio della 92enne sta emergendo una verità davvero inquietante: la donna infatti inviava un contributo in denaro a 48 sigle differenti, ma a quanto pare a queste non bastava, tant’è che si era ritrovata nella sua cassetta della posta circa 3mila lettere in un anno.
A ciò si aggiungevano le decine di telefonate al mese, tant’è che la signora Olive Cook, veterana della beneficenza britannica, la volontaria più attiva e longeva della Royal British Legion, per conto della quale aveva per anni venduto papaveri, dando in beneficienza l’incasso, nel maggio dello scorso anno non ha più retto al continuo stress che le provocavano quelle continue missive e chiamate. Così una mattina si è gettata da un precipizio a Bristol, la città dove aveva sempre vissuto dopo la morte del marito Leslie, deceduto nel corso della seconda guerra mondiale.
E’ stato l’ente che sovrintende alle attività di raccolta fondi delle associazioni umanitarie, Frsb, ad appurare che nei confronti della 92enne era in atto una vera e propria azione di stalking da parte di un centinaio di enti benefici, i quali non si risparmiavano nemmeno nel violare la privacy di Olive Cook, i cui dati personali erano praticamente a disposizione di tutti. Nonostante l’anziana, in un’intervista poco tempo prima di morire, avesse dichiarato di essere esasperata da quelle continue richieste di denaro, alcuni familiari hanno smentito un collegamento tra questa situazione e il suo suicidio, spiegando invece che la 92enne era depressa e malata di cancro.
GM