Terrore attentati, evacuata una centrale nucleare

GRAFENRHEINFELD, GERMANY - JUNE 11:  Passing cars leave a streak of light as steam rises from the cooling towers of the Grafenrheinfeld nuclear power plant at night on June 11, 2015 near Grafenrheinfeld, Germany. The Grafenrheinfeld plant, which is owned by German utilitiy E.ON and has been in operation since 1981, is scheduled to cease operation later this month on June 27. Germany is withdrawing itself from nuclear energy reliance and has established ambitious goals for increasing its capacity of renewable energy sources.  (Photo by Sean Gallup/Getty Images)
 (Sean Gallup/Getty Images)

 L’impianto elettronucleare  di Tihange, a Liegi, vicino al confine con la Germania è stato evacuato in tutta fretta per timore è che possa diventare obiettivo di un altro attentato. Le conseguenze sarebbero disastrose. Lo riferisce l’emittente belga Vtm che tuttavia non rivela sulla base di quali presupposti specifici sarebbe stato evacuato il sito. L’impianto, costruito negli anni ‘7o e collocato sulle rive del fiume Mosa è composto da 3 reattori PWR da 3.024 MW di potenza netta complessiva. Il reattore 1 ha avuto una proroga per il funzionamento di 10 anni, in attesa di un’uscita definitiva dalla produzione elettrica da fonte nucleare. Intanto risultano essere 34 i morti degli attentati odierni, ma il numero delle vittime è destinato a salire e potrebbero esserci feriti italiani. I due attentati arrivano a 3 giorni dall’arresto di Salah Abdeslam: tutti lo davano in Siria, ma un’operazione congiunta di polizia francese e belga ha puntato su Molenbeek, periferia di Bruxelles, trovandolo. Nonostante fosse il ricercato numero uno e unico sopravvissuto alle stragi di Parigi Salah non si era mosso dal quartiere d’origine dopo gli attentati di Parigi, de attentatore sopravvissuto. Molenbeek l’ha protetto per mesi. Rimane dunque ben radicata nel cuore dell’Europa un’organizzazione capace di nascondere un terrorista e a piazzare bombe nel metrò a tre giorni dal suo arresto. L’esplosione nello scalo internazionale è probabilmente una risposta all’operazione di polizia dei giorni scorsi e potrebbe essere il primo passo di un crescendo senza esclusioni di colpi. Un timore che spiega anche l’evacuazione a Tihange.