
Una serata insieme per Logli e Sara Calzolaio, la sua compagna. I due, sabato 24 aprile 2016, verso 20.30 sono entrati al Carrefour della Fontina a San Giuliano Terme e con il carrello, come due piccioncini, hanno fatto la spesa tra l’affollatissima clientela. In tanti hanno subito riconosciuto il marito di Roberta Ragusa, la madre di due figli scomparsa nel nulla nella notte del 13 gennaio 2012 e mai ritrovata, né viva e né morta. L’ex marito è accusato di omicidio volontario e soppressione di cadavere e i magistrati della Procura di Pisa hanno appena incassato il round del ricorso per Cassazione: la Suprema Corte ha infatti annullato il proscioglimento emesso l’anno scorso dal Gup del Tribunale di Pisa. Dunque – probabilmente dopo l’estate – Logli dovrà comparire davanti a un altro Gup e si terrà una nuova udienza preliminare.
L’uomo al momento è molto tranquillo e sicuro di sé insieme alla sua Sara, l’ex baby sitter dei figli di Roberta. Lei con una giacca a fiori, lui jeans e giubbotto scuro, hanno percorso lentamente i corridoi dei vari reparti riempiendo il carrello, ignorando totalmente gli sguardi dei clienti curiosi dell’ipermercato della Fontina. Poi si sono messi in fila per la cassa e alla fine Logli ha pagato il conto per avviarsi verso l’uscita.
Gli avvocati di Logli intanto stanno studiando le carte e le motivazioni con le quali la Cassazione ha annullato il proscioglimento e accolto il ricorso della Procura e dei familiari di Roberta laddove gli stessi insistono per “l’esclusione di possibili ipotesi alternative alla fine violenta della donna”, circostanza “da ritenersi del tutto logica e coerente – osserva la Cassazione – col compendio indiziario raccolto dagli investigatori. E’ pertanto da “escludere” che dagli atti dell’indagine sulla scomparsa di Roberta «emerga in modo evidente l’innocenza dell’imputato”. Quanto al Gup del proscioglimento, secondo da Cassazione, “ha svolto un giudizio di merito sugli elementi probatori offerti dall’accusa, così sostituendosi in modo surrettizio al giudice della cognizione, al quale solo spetta, all’esito del dibattimento, stabilire se l’imputato, sulla base delle risultanze dibattimentali, possa o meno ritenersi colpevole”.
MD