Muore in auto mentre va al lavoro: la rabbia della madre

Chiara Carlucci (foto dal web)
Chiara Carlucci (foto dal web)

Chiara Carlucci, 21 anni, è morta nei giorni scorsi nel tratto di strada tra Altedo di Malalbergo e Ca’ de’ Fabbri, nel bolognese, mentre stava andando al lavoro nella pasticceria bar ‘La Dolce Vita’. La sua Fiat Punto ha sbandato nel traffico ed è andata a impattare con una Dacia Sandero, guidata da una donna di 57 anni di Argenta nel Ferrarese, e un Suv, un Nissan Qashqai, a bordo del quale c’era una 46enne di Altedo. Tra i primi ad arrivare sul luogo del sinistro mortale, Andrea Lombardi, il titolare del bar dove la giovane lavorava.

Ha raccontato il commerciante: “Mi ha accompagnato un amico. Quando sono arrivato ho capito subito che sotto il lenzuolo bianco c’era Chiara. Ho telefonato al locale e ho detto ai dipendenti di far uscire la gente. Poi sono tornato alla pasticceria, ho messo il cartello ‘chiuso per lutto’ e ho fatto salire in auto la madre della ragazza, Stefania Giacobino, che lavora sempre nel mio locale. In macchina mentre andavamo alla medicina legale le ho raccontato tutto. Attimi strazianti per tutti. Chiara per me era una figlia”.

“Mi è stato detto da chi era presente che l’auto di Chiara è partita all’improvviso come se avesse perso il controllo. Il comandante dei carabinieri Antonio Delvecchio è andato all’ospedale per sentire i due sopravvissuti e capire di più sulla dinamica”, ha spiegato Lombardi. Gli fa eco la mamma di Chiara Carlucci: “E’ un rettilineo, ma molto pericoloso perché spesso si verificano incidenti. Purtroppo anche Chiara è rimasta coinvolto in uno di questi scontri”.

Stefania Giacobino ha così ricordato la figlia: “Era una ragazza solare, sempre allegra e disponibile. La sua generosità nei confronti degli amici era nota da tutti. Chiara era una persona molto positiva e il suo sorriso era contagioso. Lavorava nella pasticceria che era anche il ritrovo della sua compagnia. E così stava sempre a contatto con gli amici e per loro era un punto di riferimento. Dopo la tragedia, i ragazzi della compagnia di mia figlia sono venuti di persona per farmi sentire il loro affetto. Li ringrazio tutti”.

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GM