
Un’udienza choc ieri al processo che vede imputato un 42enne accusato di avere pestato i due figli minorenni e la moglie, che è poi morta di cancro nel luglio dell’anno scorso. La pubblica accusa, rappresentata dal sostituto procuratore Roberto Piccione, ha infatti voluto sentire l’uomo che per primo ha soccorso la figlia del 42enne, una ragazzina di 14 anni, la quale, in preda alla disperazione, nel pomeriggio del 6 ottobre del 2015, stava correndo nel cimitero di Teolo per trovare rifugio dalle percosse del padre, andando proprio a piangere sulla tomba della madre.
La testimonianza dell’uomo ha lasciato sconcertati quanti erano presenti nell’aula di tribunale: “Stavo rientrando a casa dal lavoro al volante della mia auto, quando davanti a me ho visto correre sulla strada, malvestita e con solo i calzini ai piedi, una ragazzina. Piangeva e continuava a voltarsi per vedere se c’era qualcuno alle sue spalle”. Una vicenda di violenza come tante, che coinvolge ancora una volta una ragazzina, vittima innocente dei soprusi di un padre padrone, il quale non si era risparmiato in soprusi nemmeno nei confronti della povera moglie malata.
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GM