
I carabinieri di Castelfranco Veneto sono riusciti a scoprire un intero campo rom alimentato con l’energia rubata dal cantiere della Pedemontana Veneta. I fatti sono successi ad Altivole, sempre nel trevigiano: in pratica, i nomadi avevano creato l’allacciamento abusivo sotterraneo fino a un pozzetto all’interno del campo. Grazie all’energia elettrica “rubata” al Comune, alimentavano tutto quello che era presente nel campo nomadi, dai frigoriferi ai condizionatori d’aria. Per smantellare la rete elettrica abusiva è stato necessario l’intervento di una ruspa.
La segnalazione era arrivata dai tecnici del Comune, che però nel campo nomadi non volevano entrarci da soli, come spiega Salvatore Albiero, comandante dei carabinieri di Castelfranco Veneto, ai microfoni di Rete Veneta: “Non volevano entrarci perché hanno una sorta di timore, che noi evitiamo con la nostra presenza sul loco”. I primi collegamenti abusivi sono saltati fuori non appena i militari dell’Arma sono entrati nel campo nomadi.
Spiega il colonnello Ruggiero Capodivento, comandante provinciale dei carabinieri di Treviso: “Abbiamo trovato anche un attacco abusivo, fatto in un cantiere della Pedemontana. Anche lì sono andati ad assorbire. Il danno è in via di quantificazione, ma siamo nell’ordine di alcune migliaia di euro”. Il lavoro dei militari dell’Arma è proseguito: complessivamente sono stati controllati 4 campi nomadi nella Castellana, recuperando anche 54 capi d’abbigliamento rubati in vari negozi di Castelfranco.
In totale sono state denunciate 18 persone per furto di energia elettrica e arrestati anche un 53enne e di un 30enne per violazione degli arresti domiciliari. Tre le donne denunciate per ricettazione: “Siamo riusciti a ricostruire la provenienza dei capi di abbigliamento grazie alla collaborazione delle aziende produttrici, che attraverso il loro seriale ci hanno ricondotto nella località dove i furti erano stati effettuati”, ha chiosato Albiero.
GM