Roma e Torino ai 5 Stelle, per Renzi è la vittoria dei “volti giovani”

Matteo Renzi (ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images)
Matteo Renzi (ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images)

Tutto come previsto a Roma, sorpresa a Torino, il Pd resiste a Bologna e Milano, ma neanche il più bravo degli analisti avrebbe forse immaginato Virginia Raggi capace di doppiare Roberto Giachetti nella Capitale. Tutto come previsto, infine, a Napoli, dove Luigi De Magistris raccoglie i due terzi dei consensi. Questi i risultati più significativi dei turni di ballottaggio delle amministrative tenutesi ieri, una sconfitta senza appello per il Partito democratico di Renzi, che però osserva: ” “La sconfitta a Torino e Roma è senza attenuanti. Ma lo ripeto anche a urne chiuse: non è un voto nazionale, bensì locale. Non cambio certo idea perché abbiamo perso”.

Il presidente del Consiglio non indietreggia: “Non mi dimetto, sia chiaro. Nè da Palazzo Chigi nè da segretario del Pd. La minoranza chiede il congresso? Si accomodino. Tanto ci vuole un po’ di tempo e non si può fare prima del 2 ottobre”. Appuntamento, dunque, al referendum costituzionale, “la partita con la P maiuscola. Se perdo, il congresso non mi tocca. Se vinco…”. A notte fonda, Renzi cerca di fare qualche piccola luce tra molte ombre: “Lo so che non bilanciano la sconfitta di Roma e Torino, ma io vedo anche altre cose. Oltre a Milano prendiamo tutti i capoluoghi lombardi”. Elogio infine dei candidati “giovani”, come i neosindaci dem di Varese e Assisi (anche di Gallipoli, dove il giovane neosindaco l’ha spuntata sull’ex dalemiano di ferro Flavio Fasano). Renzi non ha dubbi: “La verità è che i giovani hanno risultati migliori”.

E se da presidente del Consiglio Matteo Renzi non vuole dimettersi, difficilmente lo farà nell’immediato anche da segretario del suo partito: “Loro cosa possono inventarsi? Hanno soltanto due strade: la richiesta di un congresso immediato e la modifica dello Statuto sulla coincidenza tra premier e segretario per rompere questa sovrapposizione. Il congresso ha i suoi tempi. C’è il tesseramento, ci sono le votazioni degl iscritti e poi le primarie. Viene comunque prima il 2 ottobre. Altrimenti hanno la strada di un’assemblea nazionale in cui si mette ai voti la proposta sullo Statuto. Vedremo…”.

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GM