
Patty Carnimeo aveva solo 30 anni e, come tante altre vittime del disastro ferroviario che ha sconvolto la Puglia, si trovava su quel treno perché lo usava per andare a lavorare. Ogni giorno la stessa tratta, andata e ritorno. La dura vita del pendolare che diventa ancora più difficile se come Patty si lascia a casa una bambina di due anni e mezzo. La piccolina però aveva una certezza: dopo il lavoro quando iniziava a farsi sera la mamma tornava a casa, sempre. Adesso non sarà più così. Patty, che faceva l’estetista a Bari, è morta sotto quelle macerie. La zia racconta con le lacrime agli occhi: “Era originaria di Bari, ma si era trasferita ad Andria dopo il matrimonio. Era un angelo, bellissima e dolcissima”. La donna poi si chiede: “Come si fa a spiegare a una bimba di due anni e mezzo che tua madre non c’è più? Come crescerà quella bambina senza una mamma?” Una domanda che non può avere una risposta e che lascia un grande amaro in bocca e la sensazione che questa strage non abbia fatto vittime solo tra chi viaggiava sul treno, ma anche tra i figli, i mariti, le mogli che le aspettavano a casa, come tutti i giorni. E che invece non le rivedranno mai più.
F.B.
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