Mamma a 65 anni: le negano il bonus bebé

(Pixabay)
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La signora Silvia, classe 1950, originaria di un piccolo paese in Provincia di Treviso ma residente a Torino, è la neomamma più anziana d’Italia: ha dato alla luce un bambino lo scorso febbraio, all’età di 64 anni ed 11 mesi, ma si è vista negare il bonus bebé, ragione per la quale si è rivolta ad Agitalia, che spiega: “Qualche mese fa la nostra Assistita ha presentato domanda telematica per beneficiare dell’assegno di natalità. Dopo aver presentato la domanda telematica, la donna, circa una settimana fa, ha chiamato il contact center Inps per conoscere l’esito della pratica”.

Prosegue la denuncia: “Purtroppo il centralinista le ha comunicato che il bonus bebè non le poteva essere corrisposto in quanto non era previsto per i titolari di altre forme assistenziali e previdenziali, quali la pensione di anzianità/vecchiaia che già di per sè sarebbero state idonee a tutelare l’ex lavoratore/lavoratrice. E così la donna ha deciso di rivolgersi all’Ufficio legale Agitalia per valutare le dovute azioni giudiziarie contro l’Inps mentre lancia un accorato appello al Presidente dell’Inps, Boeri, per segnalare questa peculiare forma di »discriminazione«”.

I controversi precedenti

Qualche mese fa, una mamma di 39 anni che ha partorito quattro gemelline ha provato a richiedere il bonus bebé online e ha trovato una poco piacevole sorpresa: il sistema informatico non le ha permesso di selezionare quattro tendine. Non si trattava però di un guasto tecnico o di un problema del sistema di gestione: la legge infatti non prevede un bonus plurimo per i parti gemellari o – come nel caso della 39enne – plurigemellari.

In precedenza, la Sezione Lavoro del Tribunale di Bergamo aveva dato ragione a una lavoratrice immigrata residente in Italia da anni ma priva del permesso di lungo periodo, non essendo cittadina italiana, che era stata esclusa dal bonus per la figlia. Secondo i giudici, ciò violava la direttiva comunitaria 2011/98/UE anche se rispettava le norme stabilite dalla legge n. 190/2014 e per questo ha condannato l’Inps a risarcire la donna, che quindi avrà quindi diritto a ricevere dall’Inps circa duemila euro annuali fino al compimento del terzo anno di età della bimba, allargando così la platea degli aventi diritto al bonus bebé.

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GM