Tante le ombre sulla tragica fine di una donna di Jesi, di 57 anni, che è stata trovata morta al Cairo. La polizia egiziana parla di suicidio, ma tante sono le perplessità sulla vicenda, a cominciare dalle generalità della donna, che restano ancora sconosciut. Sono infatti passati tre giorni dalla morte e non è stato comunicato il nome. Si arriva poi alle circostanze del decesso, affidate a diverse fonti raccolte via web e non confermate ufficialmente da nessuno.
In base a queste voci frammentarie, la donna sarebbe arrivata al Cairo qualche mese fa e alloggiava all’hotel Conrad, un lussuoso resort non distante da piazza Tahrir. La tragica fine risale a sabato e si è appresa grazie a Egypt Today. Il sito web ha anche ricevuto e pubblicato alcune foto sul ritrovamento del cadavere. Sempre le stesse fonti raccontano che la jesina sarebbe precipitata dalla camera dell’albergo al diciassettesimo piano, ma c’è chi dice sia caduta dal sesto piano.
La posizione, tuttavia, appare difficilmente compatibile con una caduta volontaria: per tale ragione, viene messa in dubbio anche l’ipotesi del suicidio. Tra le poche certezze di questa vicenda, il fatto che alcuni dipendenti dell’albergo avrebbero visto la donna rientrare in camera la sera prima. Anche un giornalista di Egypt Today, tra l’altro, mette in dubbio che la donna abbia fatto tutto da sola “perché se è vero che si è buttata dal balcone non si può ancora escludere che qualcuno abbia approfittato delle sue condizioni di salute mentale per spingerla a compiere un gesto estremo”.
“Veniva spesso in Egitto – hanno raccontato alcuni operatori dell’hotel – almeno due volte durante l’anno e rimaneva per diverso tempo, era una persona che dava poca confidenza”. Fonti diplomatiche italiane parlano di una donna che aveva problemi di salute, proprio come spiegato dal giornalista egiziano: “Aveva dei disturbi psichici conclamati. La famiglia è stata informata e a breve il corpo sarà trasferito in Italia”. La speranza, sembra quasi inutile dirle, è che non ci si trovi di fronte a un altro caso Regeni.
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GM
