Referendum, l’allerta degli Usa: “Se sbagliate a votare sarà un passo indietro”

Matteo Renzi e Barack Obama (Elisabetta Villa/Getty Images)
Matteo Renzi e Barack Obama (Elisabetta Villa/Getty Images)

Se volessimo utilizzare una metafora calcistica, potremmo definire quello dell’ambasciata statunitense in Italia sull’imminente referendum costituzionale un “intervento a gamba tesa”. Mentre il premier Matteo Renzi si barcamena infatti tra minacce di dimissioni in caso di vittoria del “no” e ripensamenti, sottolineando che nulla in sostanza cambierà nell’operato del governo, l’ambasciatore degli Stati Uniti in Italia, John Phillips, che è intervenuto a un convegno a Roma, sottolinea che la mancata vittoria del fronte favorevole al referendum confermativo sarebbe un “passo indietro” per attrarre gli investimenti stranieri in Italia.

John Phillips ci tiene a precisare che resta una “decisione italiana”, ma “l’Italia deve garantire di avere una stabilità di governo” proprio per attrarre investimenti. Perché, prosegue Phillips, “63 governi in 63 anni non danno garanzie”. Inoltre, “il referendum offre una speranza e una opportunità per la stabilità di governo”. E quindi soprattutto per questo le grandi aziende “stanno osservando” quanto avviene in Italia. Arriva poi l’elogio di Renzi che “ha svolto un ruolo importante ed è considerato con grandissima stima da Obama che apprezza la sua leadership”.

Le reazioni politiche

Immediata la replica a John Phillips da parte del segretario federale della Lega Nord, Matteo Salvini: “Il signor ambasciatore Usa si faccia gli affari suoi e non interferisca, come troppe volte è già accaduto in passato, nelle vicende interne italiane – dichiara il segretario della Lega Nord Matteo Salvini – Spero che a novembre vinca Trump che ha già garantito che si occuperà delle questioni di casa sua. Se a votare sì al referendum sono i massoni, i banchieri e i poteri forti allora ancora più convintamente ci schieriamo per il no, ovvero per la libertà e il bene degli italiani”.

Contro l’ambasciatore anche diversi esponenti di Forza Italia, tutti ex ministri come Brunetta, Matteoli e Gasparri, mentre Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana osserva: “Dopo Marchionne residente in Svizzera oggi arriva anche il Sì dell’ambasciatore statunitense nel nostro Paese. Tutto naturalmente per l’interesse degli italiani”.

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GM