
Ancora una volta, il caso della morte di Stefano Cucchi, il geometra romano di 32 anni fermato dai Carabinieri nella notte tra il 15 e il 16 ottobre del 2009 e morto il 22 ottobre dopo un ricovero di cinque giorni, si gioca sulla lettura delle perizie fatta da accusa, difesa degli imputati e parti civili. Un documento redatto dal perito Francesco Introna ha infatti scatenato nuovamente le polemiche perché – almeno leggendone i passi salienti – si legge che Stefano Cucchi sarebbe morto “per epilessia” e il suo decesso non avrebbe avuto “nessun nesso con le lesioni”. Appena le agenzie di stampa hanno battuto la notizia, il Coisp – sindacato di polizia che già in passato aveva scatenato alcune polemiche – aveva diramato un comunicato in cui si pretendevano “le scuse ai carabinieri e a tutte le forze dell’ordine” poiché – scrivevano – “Cucchi non è morto per un presunto pestaggio” e questo conferma “la vergognosa montatura mediatico-giudiziaria che per anni è servita a gettare fango su tutte le forze dell’ordine”. Poco dopo si era allineato a questa posizione il Sappe, sindacato di polizia penitenziaria, secondo cui “tutti coloro che formularono, mediaticamente e politicamente, accuse false e affrettate contro appartenenti al corpo di Polizia penitenziaria, senza peraltro avere alcuna prova che pure non poteva esserci” dovrebbero ora “farsi un serio esame di coscienza e avere la dignità di domandare scusa”.
La replica di Ilaria Cucchi
Non la pensa nello stesso modo la sorella del geometra, Ilaria Cucchi, che ha pubblicato su Facebook ampi stralci di quella perizia, argomentando che il perito Introna “dopo aver riconosciuto tutte le evidenze cliniche da sempre dai nostri medici legali evidenziate, riconosce il ruolo del globo vescicale come causa di morte in conseguenza delle fratture. A pagina 195 descrive compiutamente ‘un’intensa stimolazione vagale produce brachicardia giunzionale’, che ovviamente è conseguenza delle fratture, e poi della morte”. Quindi l’unica causa di morte accertata è il “globo vescicale”. Questo, secondo la sorella di Stefano Cucchi, vuol dire che presto per quel decesso potrebbe esserci un processo per omicidio. Ilaria Cucchi fa notare che, tra l’altro, “i periti non sono nemmeno d’accordo con loro stessi sull’effettiva assunzione della terapia anti epilettica da parte di Stefano, che sarebbe l’elemento centrale per arrivare, a dir loro, a quella causa di morte. Infatti, mentre a pagina 196 della perizia sostengono che ‘non è verosimile che Cucchi abbia assunto una terapia anti epilettica’, a pagina 186 invece avevano scritto che aveva preso le medicine”. La stessa convinzione viene espressa dal legale della famiglia Cucchi, Fabio Anselmo: “Con questa perizia, andiamo a processo per omicidio, le possibilità che abbiamo adesso sono concrete”.
L’ultima sentenza
Lo scorso dicembre, la Cassazione aveva annullato l’assoluzione di 5 medici, disponendo un appello-bis per omicidio colposo, accogliendo la richiesta del pg Nello Rossi, mentre a luglio è arrivata la sentenza della terza Corte d’assise d’appello di Roma che scagiona dall’accusa di concorso in omicidio colposo, il primario Aldo Fierro e i sanitari Stefania Corbi, Flaminia Bruno, Luigi De Marchis e Silvia Di Carlo perchè il fatto non sussiste.
Marco Orrù