Forse Giusy poteva salvarsi: le accuse contro due medici

Giusy Ranucci (foto dal web)
Giusy Ranucci (foto dal web)

Si delineano i contorni della tragedia che ha colpito Giusy Ranucci, la modella palermitana di 22 anni, trovata morta in casa nel novembre 2014. Due medici sono stati iscritti nel registro degli indagati nelle scorse ore. L’ipotesi, sin dal primo momento, è che la giovane – già Miss Fano nel 2009 e poi tornata in Sicilia dopo un periodo di permanenza in terra marchigiana – si sarebbe potuta salvare se non fossero stati sottovalutati alcuni elementi: la modella non avrebbe mai sofferto di alcuna patologia, ma negli ultimi tempi aveva accusato dei dolori al petto che l’hanno portata al Pronto soccorso per alcuni accertamenti e altre analisi avrebbe dovuto fare nei prossimi giorni.

A settembre si era recata al pronto soccorso di Villa Sofia, dove i sanitari riscontrarono un polso di 41 battiti al minuto. Per fare ulteriori accertamenti, le fissarono una visita cardiologica per ottobre, con tanto di prova di sforzo ed ecografia, ma l’esito sarebbe stato negativo. C’è stata una sottovalutazione dei sintomi? O il malore era del tutto imprevedibile? queste le domande che ci si è posti sin da subito e per rispondere alle quali la Procura di Palermo ha aperto un’inchiesta coordinata dal pm Maurizio Agnello.

L’avvocato Francesco Curci – che difende gli interessi della famiglia di Giusy Ranucci – ha chiesto l’incidente probatorio per cercare di far luce sulle circostanze del decesso. Così sono proseguite le indagini, che in un secondo momento sono state affidate al sostituto procuratore Renza Cescon e sul registro degli indagati sono finiti il medico del pronto soccorso che ha visitato Giusy la prima volta e il cardiologo dell’azienda sanitaria di Palermo che ha effettuato la visita specialistica.

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GM