
I regimi fiscali in vigore sinora potrebbero essere presto stravolti dalla nuova legge di stabilità. L’idea è quella di introdurre l’Imposta sul Reddito dell’imprenditore che dovrebbe sostituire le tassazioni attualmente vigenti. Attualmente l’aliquota parte dal 27,5%, con l’Iri, invece, tale soglia si dovrebbe abbassare al 24% e dovrebbe essere uguale per tutte le imprese. Sinora l’aliquota si applica in modo proporzionale, in base alle dimensioni dell’azienda e la forma societaria scelta per esercitare la propria attività, ma da gennaio ogni tipo di divario dovrebbe essere appiano da un’aliquota unica per tutti quanti.
L’Irpef e le sue aliquote progressive dal 23% al 43%, a seconda degli scaglioni di reddito, non dovrà più essere presa in considerazione da chi sarà sottoposto a Iri. Bisognerà, invece, basarsi su un sistema di tassazione fondato sui redditi lasciati in azienda. Insomma, l’Irpef sarà dovuta solo sulla parte di profitti che viene incassata e non lasciata nell’attività. I cambiamenti arriveranno dal 1 gennaio 2017 e interesseranno tutte le tipologie societarie ad eccezione di quelle capitali, che invece continueranno a pagare l’Ires. Secondo alcune analisi condotte dall’Ipsoa su 820mila società, 126mila avrebbero dei vantaggi dall’introduzione di tale legge. Il 2017 però dovrebbe essere anche l’anno in cui verrà introdotto il cosiddetto regime di cassa, che per le imprese più piccole, in possesso dei requisiti per la contabilità semplificata, sostituirà il criterio di competenza. Se tale regime verrà effettivamente introdotto, le aziende interessate potranno evitare di pagare le tasse sulle somme attese, ma non ancora incassate. Secondo una prima stima, potrebbero beneficiare di ciò ben 2,3 milioni di aziende.
Antonio Russo