“Mi avvicinai all’auto, davanti a me uno spettacolo orrendo”

Giosueé Ruotolo, Trifone Ragone e Teresa Costanza (foto dal web)
Giosueé Ruotolo, Trifone Ragone e Teresa Costanza (foto dal web)

Al processo per l’omicidio di Trifone Ragone, 29 anni, e della sua compagna Teresa Costanza, 30 anni, avvenuto nel marzo 2015 a Pordenone, che vede sul banco degli imputati Giosué Ruotolo, in carcere perché considerato l’autore del duplice delitto, è stato oggi il giorno della testimonianza di Cinzia Rossetti, di Porcia, l’istruttrice di yoga che scoprì i due cadaveri nel parcheggio. “Avevo l’auto vicino a quella dei ragazzi, dal lato del passeggero”, ha spiegato.

Prosegue il racconto della donna: “Sentii degli scricchiolii sotto le scarpe, non erano sassi. Mi sono avvicinata per chiedere se potevano chiudere la portiera e ho notato la gamba del ragazzo. Ho fatto il giro dell’auto, il viso della ragazza era appoggiato al finestrino, il ragazzo era insanguinato. Ho cominciato a tremare”. Oltre a Ruotolo, risulta coinvolta nella vicenda la sua fidanzata, Maria Rosaria Patrone, ventiquattrenne di Somma Vesuviana iscritta nel registro degli indagati per favoreggiamento.

Nei mesi scorsi, però, la giovane si è mostrata sempre più distante dal giovane accusato di omicidio: sembra infatti che in tutti questi mesi di carcere i due non si siano mai scritti. La riprova sta nelle parole di Costantino Catapano, suo legale, il quale nei mesi scorsi ha annunciato: “È nostra intenzione chiedere l’accesso al patteggiamento, ma questo non significa che la mia assistita abbia cambiato idea sull’innocenza del proprio fidanzato di allora”. L’avvocato parla dunque al passato della storia d’amore, pur continuando a sostenere l’innocenza di Giosué Ruotolo.

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GM