Terremoto, peggiora la crisi economica

(Websource/archivio)
(Websource/archivio)

La terra continua a tremare nel centro Italia e a fare danni immani. L’ultima scossa che ha svegliato questa mattina l’Italia con magnitudo 6,5 della scala Richter non ha fatto altro che peggiorare la già complicata situazione del nostro paese. Le lesioni e i crolli ad edifici privati e pubblici e chiese, ormai non si contano più. L’ultima vittima del sisma è stata proprio in mattinata la cattedrale di Norcia.

Il 17 ottobre il governo con un decreto ha stanziato 4,5 miliardi di euro per le ricostruzioni (3,5 per le opere private e 1 per quelle pubbliche) spalmati in 5 anni. Dalle prime stime però appare evidente che alla luce dei recenti avvenimenti servirà almeno un altro miliardo. Per ora è stato già messo in preventivo un contributo economico per quelle persone che intenderanno trovarsi casa da sole (fino a 600 euro per nucleo familiare). Inoltre dal 3 novembre cominceranno i primi lavori per mettere a nuovo quegli edifici che hanno subito danni lievi. L’idea è in ogni caso quella di ricontrollare tutti gli edifici, anche quelli in precedenza dichiarati agibili. Catiuscia Marini, presidente della Regione Umbria, in merito ha così dichiarato: “Prima di tutto abbiamo bisogno che il decreto vada rapidamente avanti, perché comunque si può partire con la ricostruzione cosiddetta leggera. Ma la nuova scossa è a tutti gli effetti un secondo terremoto. Sulla base di una prima stima qui serviranno almeno il 20 per cento di risorse in più”. Molte città purtroppo sollecitate dalle continue scosse stanno letteralmente cadendo a pezzi e quelle poche abitazioni che in precedenza erano rimaste illese dal terremoto ora presentano lesioni, in alcuni casi anche di una certa importanza. Negli ultimi 10 anni, in quelle zone, le aziende sono diminuite del 7% e il dato è destinato ad aumentare vertiginosamente in relazione agli ultimi eventi sismici. Insomma questo terremoto potrebbe essere un danno immenso per l’economia del nostro paese. Intanto con un provvedimento d’urgenza, l’Autorità per l’energia ha sospeso il pagamento di bollette di luce, acqua e gas per tutte le popolazioni colpite dal sisma. L’economia nelle zone del cratere è basata principalmente sull’agricoltura (34,3%) e sul commercio e turismo (29,7%), è da tenere in considerazione però che i comuni distrutti partivano da una condizione di arretratezza rispetto al resto del paese (il gap è del 42,5%). Si stima che il PIL di quelle zone subirà un -15%, che arriverà a un -47% nelle città rase al suolo dal terremoto. Probabilmente il settore del turismo avrà in pratica un azzeramento, mentre ci sarà una contrazione dei servizi. Ci vorranno almeno 3-5 anni per rivedere la luce alla fine del tunnel. Per ora sono stati sospesi anche tutti i mutui legati a quelle case che sono crollate o rese inagibili dal sisma. Tutte queste scosse porteranno in pratica nel nostro paese un aumento dei poveri (circa 2000 famiglie nell’area del cratere), insomma questi terremoti con molta probabilità avrà ripercussioni decisamente serie su tutta la nostra economia.

Antonio Russo