
Teresa Trovato Mazza, per gli amici Sissy, è un’agente di polizia penitenziaria di soli 28 anni che lo scorso primo novembre è stata protagonista suo malgrado di un tragico fatto che tutt’ora rimane un mistero, almeno per la sua famiglia. Infatti quello che le autorità hanno archiviato piuttosto frettolosamente come un tentato suicidio è secondo i parenti di Sissy un tentato omicidio. La giovane era stata trovata riversa nell’ascensore dell’ospedale SS. Giovanni e Paolo, a Venezia, dove era andata a controllare una detenuta partoriente. Sissy era ferita in modo gravissimo in seguito ad un colpo di pistola alla tempia e a 15 giorni da quei fatti sta ancora lottando tra la vita e la morte. Nel frattempo le indagini sono state chiuse in fretta. Nessun testimone ha visto cosa è accaduto e la Procura di Venezia classifica l’evento come un chiaro tentativo di suicidio. Ma gli elementi che non quadrano sono tanti e la famiglia della giovane agente di polizia non ci sta. Innanzitutto per loro e per tutti quelli che conoscevano Teresa l’ipotesi del suicidio è davvero impensabile, molto lontano dicono dal suo carattere e dalle sue idee. La ragazza non era affatto depressa, anzi, sembrava vivere una fase di pace e serenità. Poi c’è il mistero di quella visita alla detenuta in ospedale. Si trattava di un fuori programma e non è ancora chiaro chi abbia passato quell’incarico a Teresa. E poi ci sono gli aspetti tecnici che non quadrano e che incredibilmente la Procura ha ignorato. Infatti il foro d’entrata del proiettile si trova sulla tempia sinistra. Sissy, però, non era mancina e quindi il foro avrebbe dovuto trovarsi sul lato destro, dove invece si trova quello di uscita, tra la mandibola e la gola. Anche la traiettoria del proiettile non è quella tipica di un suicidio: la pallottola ha trapassato il cranio dall’alto – entrando dalla tempia sinistra – verso il basso, fuoriuscendo dal lato destro all’altezza della nuca. Ma se fosse stata la ragazza a spararsi, la traiettoria sarebbe stata, verosimilmente, orizzontale. I genitori di Sissy non vogliono arrendersi e per questo motivo hanno lanciato anche un appello attraverso la trasmissione televisiva ‘Chi l’ha visto?’ affinché chiunque abbia visto qualcosa quel giorno si faccia avanti.
F.B.