
Luigi Fogli, il proprietario dell’Hotel Lory di Ficarolo (Rovigo) lo aveva detto ed è stato di parola. Lui i migranti nel suo albergo non li voleva. Non aveva fatto alcuna richiesta e questo obbligo imposto dalla Prefettura proprio non gli andava giù. Così quando sono arrivati i 15 richiedenti asilo destinati al suo hotel lui si è incatenato barricandosi all’interno. Ma nulla ha potuto il povero Fogli che nei momenti concitati dell’arrivo dei profughi e delle discussioni con la polizia ha avuto anche un lieve malore. “Non vi consegno le chiavi, vi farò pagare tutti i danni” urlava disperato l’uomo alle autorità che hanno requisito la sua struttura contro la sua volontà. Il sindaco Pigaiani ha scritto una lettera durissima sull’accaduto: “Egregio Signor Prefetto sono a confermare il disappunto che si traduce in delusione, incredulità ed impotenza. L’amministrazione si sta trovando di fronte a qualcosa di destabilizzante a causa di scelte per noi davvero non condivisibili anche se obbligate. Siamo di fronte a un sistema imposto da un governo non eletto dai cittadini. L’arrivo di queste persone all’hotel Lory di Ficarolo è una doccia fredda giunta senza preavviso. Cosa ne sarà di quell’albergo tra qualche tempo? E chi vorrà più investire a Ficarolo? Chi comprerà più casa a Ficarolo? Chi uscirà più di sera?”. E poi ha postato: “Profughi? Solo il 7% ha lo status di profughi, gli altri sono clandestini”. La questione è delicata e il prefetto di Rovigo si attacca al fatto che fu lo stesso Fogli ha chiedere informazioni in merito all’eventuale possibilità di accogliere migranti. E’ proprio l’albergatore a spiegare come stanno le cose: “Vista la situazione economica, una ventina di giorni fa ho chiesto io alla Prefettura come funzionava l’ospitalità dei profughi. E il prefetto mi ha detto: a noi sta bene. Ma io non avevo offerto l’albergo, volevo solo informazioni. I pagamenti sarebbero stati gestiti da una cooperativa di Battaglia Terme, in provincia di Padova. Sono venuti da me e mi hanno detto che mi avrebbero dato 8 euro a ospite al giorno. Tutto in cambio di camere, luce, acqua, gas, telefono e utilizzo delle zone comuni. Mi hanno parlato di 80 persone”. Fogli a quel punto era andato in Prefettura a spiegare che “a queste condizioni era un affare in negativo”, ma stando a quanto racconta l’uomo, il prefetto gli avrebbe risposto: “Allora io le precetto l’albergo”. E così è stato. Il capogruppo della Lega Nord in Consiglio regionale veneto Nicola Finco commenta così: “E’ una giornata triste per il Veneto e per tutti gli imprenditori del comparto alberghiero che vedono calpestati i propri diritti da uno Stato allo sbando sull’emergenza migranti. Ora nessuno è al sicuro”. La situazione creatasi qui è molto simile a quella delle barricate di Gorino e decisamente molto diversa da quella della Basilicata che qualche giorno fa tramite Marcello Pittella, presidente delle Regione, aveva lanciato un appello affinché venissero destinati in quel luogo più migranti di quelli già previsti.
Ecco il momento dell’arrivo dei profughi:
F.B.