“La fine del mondo? E’ molto più vicina di quanto immaginiate”

Stephen Hawking (Bryan Bedder/Getty Images)
Stephen Hawking (Bryan Bedder/Getty Images)

Nel corso di una lezione presso la società di dibattito della Oxford Union, lo scienziato Stephen Hawking, uno dei fisici fra i più importanti e conosciuti del mondo, noto soprattutto per i suoi studi sui buchi neri e sulle origini dell’universo, ha delineato un oscuro scenario per il futuro dell’umanità. Non è la prima volta che il noto fisico, costretto sulla sedia a rotelle da una malattia neurodegenerativa allo stato avanzato, lancia l’allarme sulla fine catastrofica e non troppo lontana nel tempo del pianeta Terra. “Io non penso che sopravviveremo altri mille anni se non troveremo una via di fuga al di là del nostro fragile pianeta”, le parole di Stephen Hawking, che qualche giorno fa aveva usato toni molto duri nei confronti di Donald Trump.

Nonostante lo scenario apocalittico descritto nel suo discorso, Stephen Hawking è riuscito anche a trovare spazio per un finale che mostrasse speranza nei confronti del futuro e ha detto agli studenti che lo guardavano ammirati: “Ricordate di guardare in alto verso le stelle e non in basso verso i vostri piedi. Provate a ricavare un senso da quello che vedete, interrogatevi su ciò che fa sì che l’universo esista. Siate curiosi. Per quanto la vita possa sembrare dura, c’è sempre qualcosa in cui vi potete applicare ed eccellere. È importante già solo che non smettiate”.

Nei giorni scorsi, in occasione dell’uscita di un nuovo film online intitolato “Stephen Hawking’s Favourite Places”, lo scienziato aveva fatto molto discutere, affermando: “Più invecchio, più mi convinco che non siamo soli. Dopo una vita di domande, dò il mio contributo ad un progetto globale per trovare finalmente una risposta. Il progetto Breakthrough Listen passerà in rassegna milioni di stelle più vicine in cerca di segnali di vita, ma so che c’è un posto in cui possiamo iniziare a guardare – ha affermato Hawking -. Un giorno forse riceveremo un segnale da un pianeta come Gliese 832c (distante 16 anni luce dalla Terra e descritto da molti come l’esopianeta più vicino a noi e potenzialmente abitabile, n.d.r.), ma dobbiamo stare attenti a rispondere. Mettersi in contatto con intelligenze aliene potrebbe mettere l’umanità e tutto il pianeta Terra in serio pericolo. Dunque fermiamoci finché siamo ancora in tempo. Loro potrebbero essere molto più potenti di quello che possiamo immaginare e potrebbero considerarci alla stregua di come noi consideriamo i batteri oggi. Per questo motivo potrebbe non convenirci continuare a cercare nello spazio”.

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GM