
Una madre che ha perso la propria figlia per complicazioni dovute ad un’influenza ha voluto sollecitare tutti i genitori a vaccinare i propri bambini. Una vaccinazione infatti avrebbe potuto salvare la vita della sua piccola di appena tre anni. Mandy Bradbury, 32 anni, ha raccontato di come l’influenza le abbia portato via la sua Sophie nel dicembre 2014. Mandy fece la tragica scoperta 90 minuti dopo il decesso e la sua famiglia rimase devastata dall’esito dell’autopsia: a stroncare la piccola Sophie furono infatti problemi respiratori dovuti alle complicanze di un’influenza. Mandy vive a Knutsford, in Inghilterra, ed è madre di un’altra bimba di 6 anni e di un piccolo di 12 mesi. “Non ci sono parole per descrivere il momento in cui ho trovato Sophie morta nella culla. Ricordo solo di aver urlato, incapace di elaborare quanto stava accadendo. Il dolore che ne è seguito è stato un inferno che non auguro a nessun altro genitore”. Il mese scorso in Inghilterra è stata lanciata la campagna “Stay Well This Winter”, finalizzata a incentivare la vaccinazione per i bambini di età inferiore ai due anni. L’iniziativa ha diviso l’opinione dei genitori britannici poiché dopo la somministrazione del vaccino i bambini possono soffrire di dolore al braccio ed avere comunque leggeri sintomi influenzali per un paio di giorni. Tuttavia Mandy, se potesse, tornerebbe indietro e farebbe vaccinare la piccola Sophie: “La campagna a favore della vaccinazione non mi riporterà mia figlia, ma sollecitare gli altri genitori a sorvolare gli effetti collaterali anche lievi del vaccino mi è di conforto”.
Mandy ha parlato a lungo di sua figlia: “Sophie adorava un giocattolo in particolare, un dinosauro di plastica, ed impazziva quando mettevo il film “Dinosaur” in tv. Era una bella bimba, felice”. La sfortunata bambina non ha ricevuto una vaccinazione visto che non esisteva una procedura standardizzata a quel tempo. Il 16 dicembre 2014, quattro giorni dopo il suo terzo compleanno, la bambina cominciò a mostrare i primi sintomi tipici del raffreddamento, inclusi stanchezza e febbre: “Non era la solita Sophie, ma non sembrava nulla di serio. Sapevo che se avessi contattato un medico mi avrebbe risposto di monitorare la situazione e di portarla da lui nel caso in cui i sintomi si fossero fatti più gravi, quindi la misi a letto”. Circa un’ora e mezza dopo la madre diede uno sguardo alla figlia che stava in camera con la sorella più grande, ma fece la tragica scoperta: “Era sdraiata a pancia in giù e mi ero avvicinata per girarla. In quel momento ho capito che non era più tra noi. Ricordo le mie urla e mia figlia Chloe che si svegliò. Non potevo crederci, era stata con noi fino a poco prima ed all’improvviso non c’era più”. Mandy ha raccontato poi di come il suo compagno Simon, patrigno di Sophie, abbia tentato di rianimarla in attesa dell’ambulanza. Nonostante gli sforzi, Sophie fu dichiarata morta in ospedale: “In quel momento non era chiaro il motivo per cui fosse morta, sapevamo solo di averla persa per sempre. Non riuscivo a farmene una ragione; un momento prima era lì ed un attimo dopo non c’era più. Avevamo appena festeggiato il suo compleanno. E’ stato veramente troppo da sopportare”. Il dolore fu tanto forte per Mandy da spingerla a vivere per un po’ di tempo a casa del fratello, incapace di passare un’altra notte nella casa in cui era morta la piccola Sophie. Dopo circa un mese, Mandy rimase incinta di nuovo.
Una gravidanza per la quale lei stessa ha ammesso di aver temuto: “Non è stato facile portare avanti quella maternità, ho vissuto in un limbo per tutto il periodo di attesa dei risultati dell’autopsia, sentivo che il mio stato emotivo avrebbe potuto mettere a rischio la gravidanza. E’ stata dura, ma almeno la gravidanza mi ha dato qualcosa di positivo su cui concentrarmi”. Risultati dell’autopsia che sono giunti a marzo 2015, riportando come causa della morte i problemi respiratori dovuti al complicarsi dell’influenza: “Io ed il padre di Sophie avevamo pensato a qualche malattia rara, invece a portarcela via era stata una banale influenza. Il fatto che la morte fosse stata causata da una cosa così comune ha reso ancora più ingiusta per noi la sua scomparsa”, ha dichiarato Mandy. Dopo la nascita del terzogenito Toby, nel settembre 2015, la donna e la sua famiglia si sono trasferiti in una nuova casa ed ora provano ad andare avanti: “Usufruisco ancora delle consulenze per elaborare il lutto. Ho ancora dei momenti duri e penso a Sophie ogni giorno. La canzone ‘Let it go’ del film Frozen mi fa piangere, è quella che hanno suonato al suo funerale poco prima che fosse seppellita”. Mandy ha rivelato tuttavia che la famiglia ha elaborato dei modi per affrontare il dolore: “Dico a mia figlia Chloe che Sophie è il tempo: se c’è il sole significa che è felice, se è nuvoloso o piovoso che sente la nostra mancanza e piange un poco”. Mandy ha dichiarato che venire a conoscenza del programma per l’introduzione della vaccinazione per i bambini di età inferiore ai due anni le ha causato un sentimento agrodolce. Se fosse nato due anni prima sua figlia con ogni probabilità sarebbe ancora viva. Ma la speranza che la sua storia possa convincere qualche genitore restio a far vaccinare i propri figli le porta un minimo di consolazione.
S.L.